Estorsioni: botte e spari per condizionare aste giudiziarie

 
0

Agrigento. Minacciavano i concorrenti alle aste giudiziarie e gli avvocati ostentando pistole e promettendo «qualcosa di brutto». Si esercitavano sparando ai cani e ai cartelli stradali.  Prendevano a bastonate chiunque rifiutasse le «cortesie» richieste. Erano questi i metodi adoperati dalla banda che tra il 2009 e il 2010 ha condizionato l’esito delle aste giudiziarie e delle procedure esecutive fallimentari a Licata.

Durante l’indagine, culminata con l’arresto di 15 persone nell’ambito dell’operazione «Aut aut», i carabinieri hanno ricostruito numerosi episodi di brutale violenza. Vincenzo e Angelo Amato, per esempio, si sarebbero esercitati nell’uso delle armi uccidendo due cani. Angelo Consagra, Angelo Massaro e Angelo Antona avrebbero esibito la loro abilità inscenando sparatorie in luoghi pubblici. Consagra avrebbe poi «consigliato» a una persona di acquistare un appartamento e di intestarlo ad Angelo Amato perchè si tratta di «gente tinta» (persone cattive). La ferocia dei metodi è confermata, secondo gli investigatori, dalle aggressioni a Claudio Bellia e Alessandro Bonfissuto selvaggiamente picchiati e mandati in ospedale perchè cercavano di opporsi alle minacce.

In diversi casi la banda, con minacce e «avvicinamenti», sarebbe riuscita a scoraggiare le partecipazioni alle aste per consentire agli «amici» di aggiudicarsi gli immobili messi all’asta senza rilanci o con il minimo rialzo. Tra i destinatari delle minacce non solo uno dei giudici del tribunale fallimentare ma anche il legale di una banca accusato di sperimentare «stigghi e cavigghi», cioè di ricorrere alle procedure legali nello svolgimento delle gare d’asta.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here