Evasione fiscale Smim, ex proprietario: “Pagammo contrasti con sistema Montante”

 
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Gela. Ci sarebbero stati mancati versamenti all’erario per oltre un milione di euro e a risponderne, davanti al giudice Eva Nicastro, è l’ex proprietario di una delle storiche aziende dell’indotto Eni, la Smim Impianti. E’ a processo l’ingegnere Giancarlo Barbieri, che ha guidato per decenni l’azienda, alcuni anni fa fallita, dopo un lento declino finanziario. L’imprenditore è stato sentito, rispondendo alle domande del suo legale di difesa, l’avvocato Flavio Sinatra, del pubblico ministero Sonia Tramontana e del giudice. Secondo le accuse, ci sarebbero state pesanti omissioni nei pagamenti tributari, proprio nei periodi più difficili vissuti dall’azienda metalmeccanica, anche a causa di una drastica riduzione delle commesse. E’ stato il tribunale di Milano a decretare il fallimento, mentre il concordato venne avviato nel 2016. Barbieri ha fatto un lungo approfondimento sulle cause, che secondo quanto riferito in aula, avrebbero portato alla crisi e all’attivazione degli ammortizzatori sociali per il personale, poi seguiti dai tagli. Ha però ribadito che ciò che non veniva versato, proprio per difficoltà di cassa, sarebbe poi stato coperto con una serie di “ravvedimenti operosi” e con accordi stipulati con l’Agenzia delle entrate. In base a quanto riferito, non ci sarebbe mai stata la volontà di evadere quanto dovuto. La difesa e lo stesso imprenditore hanno anche ricordato una decisione favorevole, emessa dal tribunale di Palermo, per fatti analoghi. L’ingegnere non ha trascurato quanto avvenne durante la permanenza dell’azienda sul territorio locale. “Pagammo anche le conseguenze del fatto di essere entrati in contrasto con il sistema Montante – ha detto in aula – l’ho capito solo successivamente”. Per tentare di risollevare i conti, come ha spiegato, decise di disporre un aumento di capitale, versando circa 165 mila euro di proprie disponibilità economiche. La perdita di un importante contratto per lo smantellamento dei serbatoi di raffineria, a causa di un Durc non in regola, e l’impossibilità di riscuotere un credito milionario accumulato nel rapporto contrattuale con un gruppo venezuelano, misero ancora più in difficoltà l’azienda.

La difesa ha preannunciato la produzione di una lunga memoria scritta, con dati a supporto di quanto spiegato dall’imprenditore. Di recente, un vasto incendio ha danneggiato alcuni mezzi e una parte dell’area aziendale, lungo la statale 115 Gela-Vittoria. Da tempo, la struttura è del tutto ferma.

1 commento

  1. La fine della smim ha un nome e due cognomi è inutile che l’ingegnere si arrampica sui muri lisci (Montante e company) deve guardare a casa sua.

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