Firme false per escludere un socio, reato prescritto per un ex consigliere comunale

 
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Gela. Una firma falsa che sarebbe stata apposta per estromettere uno dei soci dalla cooperativa Città Futura, tra quelle che realizzarono un vasto complesso edilizio nella zona di via Butera.

Alla fine, scatta la prescrizione del reato di falsità in scrittura privata contestato all’ex consigliere comunale di Forza Italia e imprenditore Francesco Muncivì. La decisione è stata adottata dal giudice Manuela Matta a conclusione del processo di primo grado. Tutto iniziò dalla denuncia sporta dal socio danneggiato.
In sostanza, l’imputato avrebbe apposto di proprio pugno la firma del socio su una lettera che ne ufficializzava l’esclusione dalla coop. Una consuetudine che, stando alla denuncia, Muncivì avrebbe adottato anche per altri documenti e assegni. Il socio si è costituito parte civile in giudizio con l’avvocato Riccardo Lana.
A conclusione della sua requisitoria, il pubblico ministero Giampiero Cortese ha chiesto la condanna ad un anno e sei mesi di reclusione per l’ex consigliere comunale, già condannato a dieci anni a nel dibattimento scaturito dall’inchiesta “Casa Nostra”.
Sulla stessa linea, l’avvocato Lana che ha ribadito come l’apposizione di presunte firme false fosse oramai consolidata. Gli avvocati Antonio Gagliano e Flavio Sinatra, difensori dell’imputato, hanno contestato le accuse mosse.
“La firma al centro del processo – ha spiegato il legale Gagliano – è stata disconosciuta dal mio assistito. Non c’è alcuna prova concreta che sia stata apposta di suo pugno per estromettere uno dei soci dalla cooperativa”. Nelle precedenti udienze, i difensori avevano inoltrato la richiesta di una perizia calligrafica. Alla fine, però, il giudice Matta ha accertato l’avvenuta prescrizione del reato.

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