Forza Italia attacca il Pd, Federico: Con Eni responsabili della perdita occupazionale

 
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Gela. Gli esponenti di Forza Italia accusano l’amministrazione comunale di non avere le idee chiare e tornano ad attaccare il progetto di riconversione della fabbrica Eni sottoscritto al Mise nel novembre 2014. Stamattina, nella sede delle segreteria forzista in corso Vittorio Emanuele, è stato il deputato all’Assemblea Regionale Siciliana, Pino Federico a chiedere alla Giunta Messinese di spiegare quale progetto ha intenzione di mettere in campo per risollevare le sorti economiche della città.

Erano presenti anche i consiglieri Crocifisso Napolitano e Salvatore Scerra, convinti che lo sviluppo deve passare da una programmazione delle attività portuali e agricole.

“Il protocollo d’intesa sottoscritto al Mise è fallimentare – sostiene Federico -. Dopo due anni dalla approvazione al Ministero dello Sviluppo economico sappiamo solo che abbiamo sacrificato centinaia di posti di lavori mentre la riconversione va avanti a rilento. Non ho mai credito in quel progetto, tant’è che non l’ho firmato. I sindacati dicevano che Eni avrebbe chiuso molte raffineria, invece la fine dell’attività produttiva si è registrata solo a Gela”.

L’onorevole forzista, Pino Federico, è tornato a parlare del precedente progetto da 732 milioni di euro che avrebbe dovuto rilanciare il sito di contrada Piana del Signore avviando una produzione di gasoli. Le due camere coke sono abbandonate sul molo del porto, altri componenti lasciati nel piazzale esterno della Smim.

“Quel protocollo era giusto e avrebbe permesso di mantenere un’economia industriale in città – aggiunge Federico – Prevedeva la realizzazione di nuove centraline di monitoraggio dell’area, bonifiche, ripristino del porto isola e la perdita di appena 200 unità lavorative. Dietro questo disastro non c’è tutta la politica ma il Partito democratico. E’ giusto dire le cose come stanno, facendo nomi e cognomi delle persone che hanno firmato questo protocollo. Devono smetterla di attaccare indistintamente tutta la classe politica”. 

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