Fucilate in via Cascino e in via Crispi, Trubia ammette di aver sparato: è dal gup con Di Stefano

 
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Gela. Ha sparato lui, sia in via Cascino sia davanti ad un bar di via Crispi. Il ventunenne Giuseppe Trubia l’ha ammesso di nuovo, questa volta davanti al giudice dell’udienza preliminare Marica Marino. Il giovane e il ventiquattrenne Saverio Di Stefano sono stati arrestati dai carabinieri del reparto territoriale e dai poliziotti del commissariato, dopo l’inchiesta “Far West”. La scorsa estate, nell’arco di poche ore, diversi colpi di fucile vennero esplosi, nel primo pomeriggio. Presi di mira, un’abitazione privata in via Cascino e un bar di via Crispi. Gli investigatori sono poi arrivati ad identificare i due giovani, anche analizzando le immagini registrate dai sistemi di videosorveglianza. Entrambi, per il tramite dei legali di fiducia, gli avvocati Salvo Macrì e Filippo Incarbone, hanno scelto di essere giudicati con il rito abbreviato. Trubia aveva ammesso di aver sparato, già durante l’interrogatorio di garanzia, successivo al suo arresto, scagionando Di Stefano.

Proprio il ventiquattrenne, a sua volta, ha reso dichiarazioni spontanee, escludendo un coinvolgimento nei presunti piani di Trubia. Da quanto emerge, sarebbe stato Giuseppe Trubia ad acquistare il fucile da un bracciante romeno. In aula, probabilmente per la decisione, si tornerà tra due settimane.

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