Furti in raffineria e al porto: Caci e Di Modica in carcere, Bagnato ai domiciliari

 
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Gela. Le accuse reggono, almeno stando alle indicazioni che arrivano dal giudice delleindagini preliminari Veronica Vaccaro.

Confermate le misure per gli indagati. Il magistrato, dopo gli interrogatori di garanzia svolti nella casa circondariale di contrada Balate, ha confermato la custodia cautelare in carcere sia per Giuseppe Caci che per Antonino Di Modica. Viene trasferito, invece, ai domiciliari il comandante sessantacinquenne Rocco Bagnato. In quest’ultimo caso, però, avrebbe influito quasi esclusivamente l’età dell’indagato che ha consigliato la sottoposizione ad una misura diversa dal carcere. Sono tutti accusati di aver messo a segno una serie di furti di gasolio e piombo sia nell’area della fabbrica Eni di contrada Piana del Signore che in quella del porto rifugio. Così, il magistrato ha solo parzialmente detto sì alle richieste formulate dal legale dello stesso Bagnato, l’avvocato Antonio Gagliano. No secco, invece, davanti alle istanze presentate dai legali Stefania Valente e Giovanna Zappulla che assistono Di Modica e Caci.

Verso il riesame. A questo punto, le difese virano verso il tribunale della libertà di Caltanissetta. Discorso analogo vale anche per il ventiquattrenne Marco Scilio, difeso dal legale Salvo Macrì, che attualmente si trova agli arresti domiciliari. Negli scorsi giorni, dopo l’operazione coordinata dai magistrati della procura e eseguita dai militari della guardia di finanza e da quelli dell’aliquota della stessa procura, è partito il round d’interrogatori che ha coinvolto anche gli altri indagati, in totale sono ventiquattro.

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