Gela nel limbo, Gelensis contro il silenzio di Musumeci: sindacati temono tracollo della Provincia

 
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Gela. Senza una decisione chiara dal governo regionale, la città rimane nel limbo. Fa ancora parte del Libero Consorzio di Caltanissetta ma ha votato per transitare alla Città metropolitana di Catania. Se Gelensis Populus torna ad attaccare una politica fin troppo attendista, i confederali di Cgil, Cisl e Uil temono invece per la tenuta finanziaria della Provincia di Caltanissetta. “È proprio il caso di dire, quando si parla della vicenda dei liberi consorzi – scrivono in una nota ufficiale gli esponenti di Gelensis Populus – che Gela non è né carne né pesce. Il governo regionale, prorogando la reggenza commissariale per l’ennesima volta, ha predisposto tutto quanto necessario per le elezioni degli enti intermedi entro il giugno del 2019 e la nostra città, ancora oggi, non riesce a capire dove collocarsi. Chi fino ad ora è stato al potere ha giocato sporco contro le scelte democratiche dei cittadini della comunità gelese. Sappiamo anche che certa politica ha agito in maniera codarda per fini di quieto vivere sulla vicenda dei liberi consorzi, da noi combattuta con sincero credo patriottico. Tuttavia, non intendiamo mollare fino a quando il presidente Musumeci, che ha sempre detto di avere a cuore le sorti di Gela, ed il suo governo non esprimano pubblicamente quella che è la loro posizione riguardo alla migrazione verso la città metropolitana di Catania”. Gelensis Populus ricorda le promesse fatte in campagna elettorale dall’attuale governatore siciliano che adesso dovrà rispondere ad un’interrogazione sul caso presentata, tra gli altri, dal deputato all’Ars Nuccio Di Paola. “Ci teniamo ad esprimere pubblicamente compiacimento per la incondizionata disponibilità dimostrata, che vede un consistente ramo del parlamento regionale scendere oggi a fianco del comitato Gelensis per chiedere alla massima rappresentanza politica dell’isola di esprimere pubblicamente, e ci auguriamo in modo definitivo – concludono – il suo punto di vista sul passaggio delle tre comunità di Gela, Niscemi e Piazza Armerina verso la città metropolitane di Catania. Presidente, siamo carne o siamo pesce?”.

Ma i sindacati invece non dimenticano che alla Provincia di Caltanissetta si rischia lo stop delle attività, anche quelle di base. “I dati sono allarmanti, e da gennaio 2019,cioè tra venti giorni, il Libero Consorzio di Caltanissetta non sarà più in grado di sostenere le spese per la manutenzione ordinaria di strade, scuole, il sostegno alle fasce sociali deboli e tutto ciò che da più di quaranta anni è di pertinenza dell’ex provincia – dicono i segretari Ignazio Giudice, Emanuele Gallo e Vincenzo Mudaro – andando avanti questa terribile ipoteca graverà maggiormente sui dipendenti, sulle partecipate e sui precari dell’ente. E’ un dato preoccupante che prevede da un lato il blocco istituzionale e dall’altro quello dei servizi erogati”. I sindacati chiedono la convocazione dell’Osservatorio regionale. Una posizione sostenuta anche dalle categorie della funzione pubblica. “Le Province esistono ancora ma nonostante ciò versano allo Stato il prelievo forzoso – dicono ancora – per quanto riguarda la sola provincia di Caltanissetta l’importo del prelievo dal 2015 al 2018 è stato di quasi 45 milioni di euro. Questa cifra esorbitante sarebbe stata certamente utilizzata per far fronte all’erogazione dei servizi”. La triplice di Cgil, Cisl e Uil chiede l’immediato intervento della deputazione regionale e nazionale.

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