Gestione discoteca Planet, chieste cinque condanne per i prestanome di Tasca

 
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Gela. Associazione mafiosa, concorso, intestazione fittizia di beni, favoreggiamento. Sono questi a vario titolo i reati contesti dalla procura contro otto persone incriminate nell’inchiesta “Planet”.

Ieri il sostituto procuratore De Santis ha chiesto cinque condanne e tre assoluzioni
L’indagine prende il nome dalla discoteca Planet di via Cicerone, un locale che secondo la procura antimafia era in realtà nella disponibili dell’ex boss di Cosa nostra, Carmelo Tasca.
Nel dettaglio l’accusa ha chiesto la pena più pesante proprio per Carmelo Tasca, già condannato in via definitiva all’ergastolo per altri episodi, difesi dall’avvocato Margherita Genco.

Il pm ha sollecitato una condanna a 13 anni, mentre per il fratello Giuseppe 9 anni per il reato di associazione mafiosa. Pene più lievi, sei anni, avanzate per tre imputati che gestirono per un periodo di tempo la discoteca, ovvero Dionigi Ascia, Emanuele Salvatore Perna e Franco Dario Volasini. Richiesta di assoluzione per Clara Morteo, Sabrina Internullo e la madre di quest’ultima Carmela Di Dio, assistita dall’avvocato Giacomo Ventura.
Le donne erano accusate di favoreggiamento, per aver ospitato nella propria abitazione Carmelo Tasca.

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