Gli operai protestano e il consiglio si ferma: mobilità per 89 della Smim

 
0

Gela. “Dovete dirci cosa dobbiamo fare a fine mese? Dove dobbiamo andare!”. La rabbia dei tanti operai dell’indotto che, per la terza seduta consecutiva di consiglio comunale, hanno affollato l’aula di Palazzo di Città

ha prodotto le prime reazioni. I consiglieri comunali che avevano presentato le tre mozioni calendarizzate per la seduta di question time, in solidarietà con i lavoratori, hanno scelto di ritirarle. Una soluzione fatta propria sia da Giuseppe Morselli che dal gruppo consiliare di Articolo 4. Nelle ultime ore, la tensione è ancora più marcata.
I responsabili dell’azienda metalmeccanica Smim, tra quelle storiche dell’intero tessuto economico locale e da decenni impegnata nell’indotto della fabbrica Eni prima di perdere i contratti quadro, hanno avviato la procedura di mobilità per ottantanove dipendenti.
Le prime comunicazioni dovrebbero arrivare tra le mani degli operai già nelle prossime ore.
Dopo un lungo tira e molla, in aula è arrivato il sindaco Angelo Fasulo. “Non è urlando in quest’aula – ha spiegato – che potrete riavere i posti di lavoro. In vista dei prossimi mesi che saranno quelli più difficili, stiamo lavorando con il ministero del lavoro per l’avvio di ammortizzatori sociali straordinari. Abbiamo avviato anche l’iter per la dichiarazione di area di crisi complessa che consente maggiori vantaggi”.
Gli operai presenti, però, hanno sottolineato tutte le storture di un accordo, quello raggiunto al ministero dello sviluppo economico, che hanno rigettato in toto.
“Mi meraviglio – spiega un lavoratore della società Cosmisud – di come, davanti ad un tema così delicato, siano pochissimi i consiglieri presenti in aula”.
Intanto, il sindaco, cogliendo la proposta già formulata da consiglieri come Enrico Vella e Terenziano Di Stefano, ha concordato con l’apertura dell’aula agli operai.
Ovvero, il confronto proseguirà nelle prossime settimane. Un gruppo di lavoratori, inoltre, è stato chiamato ad intervenire durante qualsiasi riunione sul tema, con l’obiettivo di monitorare l’intero iter. “L’indotto – ha aggiunto Fasulo – è certamente a rischio perchè non tutti i lavoratori potranno essere assorbiti. Però, vi assicuro che i lavori partiranno con in testa quelli per i quali non sono necessari autorizzazioni”.
Dall’altra parte dell’aula consiliare, però, i presenti hanno ribattuto lanciando evidenti dubbi sull’intero cronoprogramma fissato nell’accordo. “Basta considerare – hanno replicato – ciò che sta accadendo per l’appalto relativo allo smantellamento dell’impianto Acn. Ci risulta sia stato affidato ad un’azienda che utilizzerà manodopera esterna, peraltro fatta arrivare da altre regioni. E, noi, facciamo la fame, dovendo pure sopportare l’aumento di tasse come quella sui rifiuti”.
La rabbia dei lavoratori dell’indotto sta mettendo in piena crisi la politica locale e il cammino sembra solo all’inizio.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here