Governo e prefettura assenti dopo gli attentati, “chiudiamo le associazioni datoriali”

 
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Le organizzazioni di categoria potrebbero bloccare le attività sul territorio

Gela. La prefettura di Caltanissetta, nonostante le richieste, per ora tace. I rappresentanti locali delle organizzazioni datoriali, dopo il ritorno in grande stile degli attentati incendiari alle attività commerciali, hanno più volte chiesto di essere ricevuti. Al momento, però, non arrivano indicazioni e la tensione sale. Come confermato dal presidente della locale sezione di Confcommercio Francesco Trainito, i rappresentanti degli esercenti potrebbero decidere di bloccare le attività delle loro associazioni. “Se anche questo ennesimo appello cadrà nel vuoto – spiega – valuteremo se valga la pena di continuare a tenere ancora aperte a Gela le associazioni datoriali italiane, visto che Gela non è in Italia, almeno questo è quello che dimostra il governo nazionale”. Per gli esponenti delle associazioni di categoria anche la risposta del sottosegretario Carlo Sibilia all’interrogazione presentata dai deputati forzisti (con prima firmataria Giusi Bartolozzi) non garantirebbe nessun impegno concreto del governo nazionale nonostante un’emergenza sicurezza sempre dietro l’angolo. “Il sottosegretario Sibilia, rispondendo all’interrogazione parlamentare dell’onorevole Bartolozzi, dichiara che è stato firmato un accordo tra la Prefettura e il Comune di Gela che prevede di utilizzare le pattuglie dei vigili urbani per coadiuvare quelle della polizia e dei carabinieri. Noi viviamo a Gela – spiega ancora – e sappiamo benissimo che non solo non è vero, ma sarebbe impossibile perché il personale del comando dei vigili urbani è la metà di quanto previsto in organico. I continui errori di valutazione e di risoluzione dei problemi fatti dalla prefettura di Caltanissetta sono davanti agli occhi di tutti, pertanto chiediamo un intervento diretto da parte del Ministero dell’interno”.

A due settimane dalla manifestazione successiva agli attentati incendiari che hanno distrutto due attività commerciali, poco è cambiato stando alle associazioni datoriali che adesso potrebbero decidere di dire basta alla loro attività sul territorio. Una linea che accomuna i vertici di Confcommercio, Confesercenti, Casartigiani, Cna e Fipe.

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