I diplomi “facili” all’istituto Michelangelo, parte il giudizio d’appello: accolte alcune richieste dei difensori

 
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Gela. Verrà rinnovata, seppur parzialmente, l’istruttoria dibattimentale, dopo

che i giudici della Corte d’appello di Caltanissetta hanno accolto alcune delle richieste avanzate dai difensori degli allora responsabili dell’istituto scolastico paritario “Michelangelo”.

L’indagine sull’istituto paritario. In primo grado, sono arrivate cinque condanne. Quattro anni di reclusione ciascuno per Emanuele Cassarino ed Ernesto Calogero, tre anni e quattro mesi a Giovanni Rapidà, tre anni e tre mesi a Giuseppe Malfitano, due anni e tre mesi per Luigi Rizzari. Assolti, invece, Patrizia Calvo e Libero Lise. Al centro dell’inchiesta “Atena”, non c’era soltanto l’istituto locale ma le attività investigative dei finanzieri si estesero ad altre strutture satellite, sparse per la Sicilia. In base alle accuse, sarebbero stati appositamente ritoccati registri di classe e documentazione, di modo da assicurare la frequenza agli studenti. Per i pm, almeno in base a quanto emerso in primo grado, sarebbe bastato pagare per ottenere il diploma. I giudici d’appello, intanto, hanno detto sì alle nuove richieste formulate dai difensori, tra questi gli avvocati Antonio Gagliano, Giuseppe Nicosia e Angelo Armenio. In aula, si tornerà a novembre. Per le difese, così come ribadito in primo grado, non sarebbe esistito nessun sistema per il rilascio di diplomi facili.

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