“I Giorrannello furono vittime d’estorsione”: i due imputati si difendono

 
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Gela. “Altro che vicini alla famiglia Emmanuello, Silvio e Giuseppe Giorrannello sono stati delle vittime dei clan, costretti come tanti altri a pagare per evitare danneggiamenti”.

L’avvocato difensore Antonio Impellizzeri, in questo modo, ha presentato le proprie conclusioni davanti alla corte presieduta dal giudice Paolo Fiore, affiancato dai magistrati Manuela Matta e Vincenzo Di Blasi, nel corso del dibattimento scaturito dall’operazione “Casa nostra”.
Oltre ai fratelli Giorrannello, a loro volta costituitisi parte civile, anche l’ex consigliere comunale di Forza Italia Francesco Muncivì è tra gli imputati. Devono rispondere di concorso esterno in associazione mafiosa e di aver controllato gli appalti per la realizzazione di un complesso residenziale in contrada Catania-Casciana.
La pubblica accusa ha già chiesto la condanna a cinque anni di reclusione per Silvio Giorranello e a tre anni e quattro mesi per il fratello Giuseppe. La richiesta di condanna più pesante, comunque, è arrivata per Francesco Muncivì: il pm Gabriele Paci ha richiesto quindici anni di detenzione.
“I collaboratori di giustizia sentiti durante questo processo – ha continuato Impellizzeri – hanno escluso che i fratelli Giorrannello facessero parte della famiglia Emmanuello. Sì, è vero, consegnarono una busta contenente denaro a Carmelo Billizzi per conto di un imprenditore siracusano finito sotto estorsione. Non lo fecero per spartire i soldi ma solo perché temevano di poter subire danneggiamenti ai mezzi della loro azienda. Si inchinarono per timore dello stesso Billizzi”.
Nel corso del suo intervento, inoltre, il difensore ha decisamente contestato le dichiarazioni rese da un altro collaboratore. “La versione presentata in aula da Roberto Di Stefano – ha continuato – è stata del tutto vanificata dal giudizio emesso di questa corte”. L’ex consigliere comunale Francesco Muncivì, stando al legale, non sarebbe stato costretto ad assegnare lavori ai fratelli Giorrannello.
“I loro rapporti – ha concluso – non riguardavano per nulla l’appartenenza al gruppo Emmanuello. I Giorrannello arrivarono a Muncivì tramite precedenti rapporti professionali. C’era stato un legame anche di tipo politico”. Adesso, spetterà agli altri difensori concludere per i rispettivi assistiti. La prossima udienza è già stata calendarizzata per il 9 luglio.

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