I soldi del ristorante dovevano andare ai gelesi, l’accusa di estorsione: annullata condanna

 
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Gela. Su un conto corrente intestato a lei, sarebbero finiti i soldi che due ristoratori del comasco avrebbero mensilmente versato per rientrare da un precedente debito. Anche la quarantunenne lituana Milana Majauskiene, insieme ad altri presunti complici, è chiamata a rispondere di estorsione. La donna, compagna di un esercente gelese, a sua volta coinvolto nell’indagine, ha però ottenuto un verdetto favorevole dai giudici della Corte di Cassazione, che hanno accolto il ricorso presentato dal suo legale di fiducia, l’avvocato Maurizio Scicolone. I giudici romani hanno deciso di annullare la condanna a tre anni e tre mesi di reclusione impostale nei precedenti gradi di giudizio. Dovrà essere di nuovo la Corte d’appello a valutare il caso. I due esercenti sarebbero stati strozzati, sotto minaccia. Una parte dei soldi che veniva incassata nella gestione di un ristorante, a Como, doveva finire ai gelesi, compreso il compagno della quarantunenne. Sia in primo che in secondo grado, la donna è stata condannata. In base ai verdetti, era a conoscenza della provenienza illecita dei soldi. E’ stata coinvolta in altre indagini dello stesso tipo. Un altro verdetto di condanna, emesso nei suoi confronti per fatti analoghi, era già stato annullato con rinvio dai giudici della Corte di Cassazione.

La difesa ha messo in dubbio il fatto che l’imputata fosse consapevole della provenienza dei soldi. Secondo questa versione, avrebbe solo dato il consenso ad intestarsi il conto corrente, ma senza conoscere l’origine del denaro che veniva mensilmente depositato. Gli altri coinvolti nell’inchiesta sono già stati condannati, in via definitiva.

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