Il furto di legname, assolti Argenti, Palumbo e Burlacu: “Non sapevamo che il terreno fosse privato”

 
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Gela. Assolti dal giudice Silvia Passanisi. E’ durata solo poche ore la vicenda giudiziaria di Emanuele Rocco Argenti, Salvatore Palumbo e Ionel Burlacu.

Hanno scelto il rito abbreviato. I tre sono stati arrestati dai carabinieri della radiomobile che li hanno bloccati nella zona di Settefarine. Il fermo è scattato con l’accusa di furto di legna. Avrebbero cercato di portare via circa tre quintali di legname, stoccati in un terreno privato. Davanti al giudice, però, i difensori, gli avvocati Anna Comandatore, Dalila Di Dio e Cristian Peritore, optando per il rito abbreviato, sono riusciti a dimostare che in realtà il legname era stoccato in un’area assolutamente priva di recinzioni. I tre imputati hanno ribadito di non aver avuto alcuna volontà di mettere a segno un furto. Ritenevano, invece, che la legna fosse stata abbandonata. Una ricostruzione compiuta dai difensori in aula che, così, hanno sottolineato l’assenza di elementi d’accusa utili ad accertare la responsabilità dei tre arrestati.   

La cronaca dei fatti. Tre persone sono state arrestate perché sorprese a tagliare e rubare legna da una villetta privata in un agro a pochi chilometri dal centro abitato.

Le manette sono scattate ai polsi di Emanuele Rocco Argenti di 36 anni, Salvatore Giuseppe Palumbo, 30 anni, e Ionel Burlacu di 49 anni.

Sono stati sorpresi dai carabinieri della sezione radiomobile del reparto territoriale diretto dal maggiore Antonio De Rosa. Quando i militari dell’arma hanno fatto irruzione hanno trovato i tre con una motosega e circa tre quintali di legna adagiata sul cassone di un loro autocarro parcheggiato nel perimetro interno della proprietà privata.

La legna è stata prontamente restituita al legittimo proprietario e la motosega posta sottosequestro. I tre, Emanuele Rocco Argenti, Salvatore Giuseppe Palumbo e Ionel Burlacu sono stati arrestati e dovranno rispondere del reato di furto aggravato in concorso. Attualmente rimangono a disposizione dell’autorità giudiziaria in attesa della celebrazione del giudizio direttissimo. 

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