Il presunto traffico internazionale di reperti archeologici, periti per le intercettazioni

 
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Gela. Saranno i periti ad occuparsi di trascrivere il contenuto delle intercettazioni che hanno consentito di condurre l’inchiesta “Demetra”. I pm nisseni e i carabinieri hanno individuato un presunto traffico di reperti archeologici, con nuclei sparsi anche fuori dai confini italiani. Tra i coinvolti, presunti tombaroli gelesi. L’incarico ai tecnici è stato assegnato e in aula si tornerà a settembre. A processo sono finiti Simone Di Simone, Orazio Pellegrino e Giuseppe Cassarà e ancora Matteo Bello, Angelo Chiantia, Luigi Grifasi, Francesco Giordano, Luigi Lacroce, Francesco Lucerna, Giovanni Lucerna, Maria Debora Lucerna, Calogero Ninotta, Salvatore Pappalardo, Gaetano Patermo, Gaetano Romano, Luigi Signorello e Palmino Signorello. L’indagine ha consentito di risalire al mercante d’arte William Thomas Veres (difeso dall’avvocato Davide Limoncello), con base d’affari in Inghilterra, e al gelese Rocco Mondello (rappresentato dall’avvocato Angelo Cafà), che vive da tempo in Germania. Per ora, le loro posizioni sono state stralciate, in attesa che vengano formulate decisioni definitive sull’estradizione.

I presunti affari del gruppo sono stati ricostruiti dai carabinieri del nucleo tutela patrimonio culturale di Roma, da quelli dei comandi provinciali e da Europol ed Eurojust. Tra i difensori degli imputati ci sono gli avvocati Ivan Bellanti, Paolo Di Caro, Ignazio Valenza, Dario Giambarrasi, Walter Tesauro, Salvatore Manganello, Vincenzo Vitello, Alfio Lenza, Simone Iofrida, Giampiero Russo e Alfonso Russo.

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