Il referendum fa ancora discutere ma gli scrutinatori non hanno visto i soldi

 
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Gela. La macchina organizzativa mossa per il referendum confermativo dell’adesione al Libero consorzio di Catania non è stata ancora retribuita. I trecentosessantacinque scrutinatori, compresi i presidenti e segretari

dei 73 seggi allestiti in città, non sono ancora stati retribuiti.

I soldi non si vedono ancora. Il Comune deve pagare quasi sessantamila euro. La loro attesa va avanti dal 13 luglio scorso, data storica per la città che ufficialmente ha deciso di spostare i confini geografici dal territorio nisseno a quello di Catania. Sono stati 23725, pari al 36,14 per cento della popolazione, i cittadini che si sono recati alle urne. Sono mancati all’appello 9099 votanti. Gli aventi diritto erano 65646. Non si sono ancora spenti i riflettori sul referendum ma sugli operatori pare proprio di si. Nessuno di loro è stato pagato per il lavoro effettuato, nonostante il polverone pre-referendum alzato sul metodo di assunzione del personale da adottare.

Arriveranno i 146 euro? “Dal canto nostro abbiamo presentato tutta la documentazione al settore Bilancio in tempi record – ammette Nando Incardona, responsabile dell’ufficio Elettorale del Comune – Il giorno successivo al referendum confermativo del passaggio al Libero consorzio di Catania la documentazione contabile era già nelle mani del settore Bilancio. Da allora purtroppo non è stato regolarizzato il pagamento che ammonta a 56 mila euro. Ogni scrutinatore dovrà ricevere circa 146 euro. L’importo è leggermente più alto per i segretari e presidenti di seggio”.

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