Il “sistema” delle compensazioni illecite, chiesto il processo per più di sessanta coinvolti

 
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Gela. La procura ha confermato la richiesta di rinvio a giudizio per più di sessanta imputati. Sono tutti accusati di aver fatto parte del presunto sistema delle compensazioni fiscali illecite. Gli accertamenti dei pm e della guardia di finanza si concentrarono sul consulente Rosario Marchese, a sua volta coinvolto nell’inchiesta. Decine di società, principalmente del nord Italia, sarebbero servite come schermi per arrivare alle compensazioni e assicurare sgravi non dovuti. Da quanto emerso, i modelli F24 venivano inoltrati, per ottenere i vantaggi destinati agli investimenti in aree svantaggiate, che però non ci sarebbero mai stati. Sarebbe stato solo lo “specchio” usato per raggirare il fisco e i controlli dell’Agenzia delle Entrate, che poi però iniziarono a svelare il sistema, individuato dagli inquirenti. Il gup Roberto Riggio ha respinto tutte le eccezioni preliminari, comprese quelle sulla competenza per territorio. Le difese escludono l’esistenza di un’organizzazione, in grado di violare la normativa in materia. Solo due imputati, per il tramite dei difensori, hanno optato per il giudizio abbreviato. Le indagini furono chiuse nei confronti di Rosario Marchese, Gianfranco Casassa, Alberto Sessa, Roberto Edoardo Golda-Perini, Valentina Bellanti, Giuseppe Nastasi, Salvatore Sambito, Ilario Rubbio, Carlo Zanti, Claudio Bruno, Luciano Filippini, Rosario Reina, Mario Castelluccia, Cinzia Casto, Marco Lorenzini, Giuseppe Tramontana, Marcello Bresci, Silvio Sapienza, Ignazio Trubia, Giuseppe Coriale, Leonardo Schiera, Luigi Di Sazio, Andrea Calabrese, Giuseppe Torno, Luca Pansini, Salvatore Ferrante, Vincenzo Abruzzo, Francesco Dragone, Giovanni Schifano, Antonio Santoiemma, Josè Pelasgi, Daniele Liberati, Luca Birbes, Ivan Sorrenti, Antonio Rinciani, Giuseppe Lanaro, Giuseppe Vitale, Michele Santobuono, Franco Pettenazza, Paolo Zanoletti, Giovanni Ceglia, Vittorio Savoldelli, Alessandro Sartore, Gianfranco Vedelago, Cinzia Alasonatti, Anna Maria Valentino, Pierino Chindamo, Antonino Mandaglio, Umberto Palumbo, Marco Tagliavia, Daniela Spinelli, Walter Guzaman Anampa, Bernardo La Susa, Giulio Cristina, Enrico Zumbo, Luca Girardi, Ernesto Trezzi, Simona Bolzanella, Marco Belardi, Luciano Sallia, Tania Messina, Naser Hyseni, Giuseppe Serio e Simone Malatessta.

Diversi difensori, oggi davanti al gup, hanno già esposto le loro ragioni, opponendosi alla richiesta di rinvio a giudizio, anche con la presentazione di documentazione. In aula, si tornerà a fine marzo, per la decisione del giudice dell’udienza preliminare. I pm della procura e i militari della guardia di finanza hanno ricostruito un sistema piuttosto sofisticato, che avrebbe generato enormi profitti, per un ammontare stimato di circa ventidue milioni di euro. A beneficare dei “servizi”, anche imprenditori e professionisti locali, che secondo gli inquirenti avrebbero tratto consistenti vantaggi fiscali. Tra i legali di difesa, ci sono gli avvocati Flavio Sinatra, Giovanna Zappulla, Giovanna Cassarà, Giovanni Cannizzaro, Francesco Enia, Ivan Bellanti, Giusy Ialazzo, Enrico Aliotta, Nicola Martello, Rocco La Placa, Michele Aliotta, Giuseppe Dacquì, Antonio Gagliano, Elio Lembati e Paolo Testa.

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