Il “sistema” delle compensazioni per frodare il fisco, Marchese e gli altri indagati al riesame

 
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Gela. Sono accusati di essere dietro ad una presunta vasta frode fiscale, attuata attraverso un vorticoso giro di compensazioni non dovute. I pm della procura e i finanzieri, che hanno operato anche in altre regioni, ritengono che a tirare le fila sia stato il commercialista trentatreenne Rosario Marchese, insieme ad altri presunti complici. Dopo gli arresti, gli indagati principali si sono avvalsi della facoltà di non rispondere davanti al gip. Ieri, i legali di difesa si sono rivolti ai giudici del tribunale del riesame di Caltanissetta. Contestano il contenuto dell’ordinanza emessa dai magistrati ed escludono l’esistenza di una presunta organizzazione con a capo Marchese. Al riesame si sono rivolti i legali dello stesso professionista e di Giuseppe Nastasi, Rosario Barragato, Gianfranco Cassassa, Salvatore Sambito. Sono difesi dagli avvocati Flavio Sinatra, Ivan Bellanti, Fausto Pelizzari, Alfredo Foti e Calogero Meli.

Da quanto emerso nel corso dell’indagine, portata avanti dai pm della procura e dai finanzieri, imprenditori con pesanti esposizioni erariali avrebbero compensato attraverso crediti di imposta per aree svantaggiate, ma senza averne i requisiti. Il giro ammonterebbe a circa 22 milioni di euro.

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