Il tribunale di Gela non chiude ma raddoppia, arriva anche Niscemi

 
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Gela. Non solo il tribunale di Gela è salvo, ma avrà adesso nuove competenze territoriali. La decisione del Consiglio dei ministri che ha approvato il decreto legislativo porta alla soppressione di tutte le sezioni distaccate e di 37 piccoli tribunali.

Su Gela confluiranno anche i faldoni di Niscemi, sino ad oggi competenza di Caltagirone, colpito dalla spending review, che si aggiunge a Butera e Mazzarino. Un grande successo per il palazzo di giustizia e l’ordine forense, che in realtà non hanno mai temuto che quello di contrada Giardinelli fosse considerato per un “tribunalino”.

“Forse, un pò è anche il merito di questa nostra sede giudiziaria – dice il presidente dell’Ordine, Tonino Gagliano – che ha sempre mantenuto alti livelli di efficienza sia organizzativa che nella erogazione del servizio giustizia e così nella risposta data alle varie gravi emergenze, anche criminali ed ambientali, del territorio. Dispiace comunque assistere alla chiusura di tanti presidi giudiziari: è come assistere alla morte di una persona perchè molti dei tribunali in corso di soppressione hanno una lunga storia anche prestigiosa, li si sono formate molte generazioni di giuristi, di giudici ed avvocati, essi hanno costituito un punto di riferimento importante, anche culturale, per le rispettive comunità”.

Chiudono sedi come Modica, Nicosia, Sciacca e Caltagirone. “Hanno ben valide ragioni per continuare ad esistere a fronte delle quali la prospettata maggiore efficienza del sistema giustizia – continua Gagliano – che si ritiene di ottenere con la loro chiusura, potrebbe rivelarsi una chimera. Alcuni aggiustamenti contenuti nel decreto ci sembrano ragionevoli ed opportuni, quali ad esempio l’inserimento del territorio di Niscemi nel circondario del Tribunale di Gela. Sia ben chiaro che a mio parere tale aggiustamento non è e non dovrebbe essere visto come la conseguenza della chiusura del Tribunale di Caltagirone la cui esistenza sarebbe giustificata a prescindere dall’avere nel suo territorio anche Niscemi e, ciò, in ragione della particolare vicinanza della città calatina con una sede giudiziaria molto grande e sovraccarica di lavoro (Catania), bensì come la presa d’atto, con decenni di ritardo, che la realtà sociale ed economica di Niscemi costituisce quasi un tutt’uno con quella gelese, è molto integrata ed omogenea con Gela (basti pensare al fatto che i niscemesi ed i gelesi coltivano la medesima piana, hanno intensissimi rapporti commerciali, i problemi ambientali gelesi riverberano i loro effetti sull’abitato di Niscemi, vi sono persino molti intrecci di parentela) e, ancora, che Niscemi fa parte della provincia di Caltanissetta, del distretto sanitario di Gela, della stessa zona industriale, dello stesso consorzio di bonifica, della stessa Prefettura, agenzia delle entrate, servizio di riscossione esattoriale ed altro ancora. Credo quindi che la nuova collocazione di Niscemi costituisca veramente una razionalizzazione dell’organizzazione giudiziaria del territorio che nulla ha a che vedere con la chiusura di Caltagirone.

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