Il Vittorio Emanuele e non solo…in consiglio la sanità che non va: “Qualcuno pensi a dimettersi!”

 
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Gela. Tante carenze e, almeno in apparenza, troppe poche risorse finanziarie a disposizione. “Chi non è all’altezza si dimetta…”. Lo stato della sanità locale, con in testa l’ospedale Vittorio Emanuele, è stato al centro di un consiglio comunale monotematico. Alla riunione, c’erano lo stato maggiore dell’Asp, con il manager Carmelo Iacono, e quello del Vittorio Emanuele, con il direttore sanitario Luciano Fiorella. I consiglieri Carmelo Orlando, Anna Comandatore, Maria Pingo, Crocifisso Napolitano e Sandra Bennici hanno denunciato lo stato di assoluta precarietà del nosocomio di Caposoprano. Partendo dal pronto soccorso per arrivare ai reparti e alla scarsissima vigilanza dell’intera struttura. “Chi non è all’altezza di gestire una struttura tanto importante – ha detto l’esponente del Polo Civico Sandra Bennici – dovrebbe pensare a dimettersi”.

“Il Vittorio Emanuele si è trasformato in un lazzaretto”. Di vero e proprio “lazzaretto” hanno parlato Maria Pingo e Anna Comandatore, ricordando la visita estiva effettuata insieme al sindaco Domenico Messinese. Le liste d’attesa stanno diventando insostenibili. “Non è possibile attendere un anno – ha precisato Crocifisso Napolitano – per poi, magari, presentarsi e non trovare neanche il medico”. Il sindacalista della Cisl Gianfranco Di Maria ha sollevato il velo su ciò che sta attualmente accadendo alla clinica Santa Barbara di Macchitella. “Parliamo di un’eccellenza locale – ha attaccato – che si permette il lusso di licenziare nove operatori in servizio da trent’anni”. La centralità dell’ospedale Vittorio Emanuele è stata ribadita dal sindaco Domenico Messinese e dai primi cittadini di Butera e Niscemi, Luigi Casisi e Francesco La Rosa. “Sarebbe necessario – hanno spiegato – capire dove vadano a finire le risorse destinate alla sanità locale”.

Un gruppo di lavoro sul rischio ambientale e sulle risorse disponibili. Il capogruppo del Partito Democratico Vincenzo Cirignotta, però, ha chiesto che, rispettando l’ordine del giorno fissato dal presidente Alessandra Ascia, non si trascurasse la necessità d’approfondire la vicenda dei finanziamenti per le aree a rischio ambientale. Da questo punto di vista, il manager Iacono ha cercato di gettare acqua sul fuoco, sottolineando come l’Asp abbia già definito precisi percorsi d’investimento delle risorse e, soprattutto, di valutazione dei rischi. Su proposta dello stesso Cirignotta, l’aula ha detto sì all’istituzione di un gruppo di lavoro che interagisca con i funzionari dell’assessorato regionale alla sanità proprio sul fronte del rischio ambientale. Del tavolo dovrebbero far parte anche i sindaci di Butera e Niscemi.

“Chi si ammala si disperde pur di avere le cure”. “I dati del registro tumori delle province di Ragusa e Caltanissetta – ha spiegato il responsabile Rosario Tumino – sono a disposizione di tutti. Riusciamo a monitorare soprattutto l’incidenza dei mesoteliomi in queste due aree della Sicilia e, allo stesso tempo, ci accorgiamo di una forte dispersione sanitaria di chi si ammala”. Alla riunione ha preso parte il deputato regionale Giuseppe Arancio. Ciò che più preoccupa gli operatori e gli stessi consiglieri, però, è proprio lo stato di assoluta precarietà in cui versa l’ospedale Vittorio Emanuele, una gatta difficile da pelare, almeno per il momento. Ad assistere alla riunione, c’erano gli esponenti di diverse associazioni che, da anni, denunciano disfunzioni e cattiva gestione non solo del nosocomio di Caposoprano ma, più in generale, dell’intero sistema sanitario della città.

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