In 400 nella raffineria verde Eni, i primi numeri dal tavolo locale di trattativa

 
0

Gela. La trattativa avviata a livello locale tra vertici nazionali di Eni e sindacati del settore
chimico di Cgil, Cisl, Uil e Ugl si conferma veramente molto complessa e tesa.

A conclusione di un incontro fiume, alla presenza delle rsu sindacali di tutte le aziende del gruppo presenti in città, i responsabili Eni hanno confermato il piano di riconversione alla green refinery. Sono stati illustrati i numeri sul fronte occupazionale.
Così, 400 addetti dovrebbero essere impiegati nell’intero sistema dell’attuale raffineria. 300, invece, sono destinati al passaggio in Enimed: di questi, 120 rimarranno nel sito locale, 180, invece, verranno utilizzati per trasferte in Italia e all’estero, pur mantenendo il ruolo in città. 180 addetti, inoltre, sono inseriti nel segmento della formazione e 30 in quello di Syndial. Una minima parte, al massimo una quindicina di operatori, dovrebbe accedere alla pensione entro il 2017. Circa 5, invece, dovrebbero passare ad altre società sempre del gruppo. I rimanenti, invece, dovrebbero essere trasferiti, in tutto poco meno di 16.
I manager Eni, ancora, hanno confermato di non voler esternalizzare né il servizio di vigilanza né quello d’infermeria. Il crono programma prevede anche investimenti sul fronte della ricerca in mare con la realizzazione della piattaforma Prezioso K.
La parola, adesso, passa al sindacato con i segretari Gaetano Catania, Francesco Emiliani, Maurizio Castania e Andrea Alario presenti all’incontro. I dubbi maggiori riguardano i numeri relativi al personale comunque destinato alle trasferte. Forse, si aspettavano livelli inferiori. L’Ugl, al momento, appare la più indecisa davanti alle indicazioni arrivate dai manager. Firmare o non firmare il verbale d’incontro?
Nelle stesse ore, i confederali di Cgil, Cisl e Uil, Ignazio Giudice, Emanuele Gallo e Vincenzo Mudaro hanno partecipato ad un tavolo aperto nella sede nissena di Confindustria Centro-Sicilia, tutto incentrato sulle sorti delle aziende dell’indotto.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here