Indagine antimafia “Compendium”: Pm, “Condanne per sette imputati”

 
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Gela. Oltre quarant’anni di carcere per dieci imputati, tutti accusati, con ruoli diversi, di aver fatto parte del gruppo di cosa nostra individuato a conclusione dell’operazione antimafia “Compendium”.

Questo il contenuto principale della requisitoria finale condotta, ieri mattina, dal pubblico ministero della direzione distrettuale antimafia Onelio Dodero. Il magistrato, nel suo intervento, ha descritto ruoli e compiti assegnati ai presunti esponenti del gruppo. Le condanne più pesanti sono state richieste nei confronti di Gianfranco Di Natale, Claudio Lo Vivo e Francesco Martines. In base alle indicazioni fornite dal pm, Di Natale sarebbe stato l’autista dell’ex boss Carmelo Billizzi: avrebbe partecipato, in questo modo, anche all’omicidio del giovane Fortunato Belladonna, trucidato nell’estate di quindici anni fa. Per questa ragione, è stata chiesta la condanna a dieci anni di reclusione.
Lo Vivo, invece, avrebbe fornito armi ad alcuni esponenti del gruppo mentre Francesco Martines sarebbe stato un altro affiliato alla famiglia e, inoltre, avrebbe messo in atto scippi e furti. Così, per entrambi, il pm Dodero ha chiesto otto anni di detenzione. Sei anni a testa, invece, la pubblica accusa ha chiesto per i fratelli Carmelo e Giuseppe Billizzi. Mentre il collaboratore di giustizia Carmelo Billizzi viene ritenuto responsabile di una serie di episodi estorsivi e dell’appartenenza al gruppo criminale: il fratello Giuseppe, stando all’accusa, avrebbe favorito la sua scalata ai vertici di cosa nostra locale, mettendo a segno estorsioni anche ai danni dei titolari della rosticceria La Brace.
Due anni e otto mesi sono stati chiesti per Rosario Cascino che, nell’area del parmense, avrebbe favorito gli affari del gruppo. Sei anni per il collaboratore di giustizia Gianluca Gammino. Stefania Cascino, moglie di Carmelo Billizzi, Emanuele Caltagirone e Andrea Frecentese, stando all’accusa, andrebbero assolti.
Le richieste sono state formulate davanti alla corte presieduta dal giudice Lirio Conti, affiancato dai magistrati Manuela Matta e Fabrizio Molinari. Le arringhe finali della difesa sono previste per il prossimo 19 febbraio: solo l’avvocato Angelo Tornabene, per conto di Gianluca Gammino, ha scelto di concludere già ieri mattina.

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