Indagine su irregolarità per la sanatoria della Rsa, Mauro respinge tutte le accuse

 
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Gela. Si è difeso su tutta la linea, escludendo irregolarità nelle procedure di sanatoria dell’ex albergo “Caposoprano”, oggi convertito a Residenza sanitaria assistita. L’ingegnere Renato Mauro, ex direttore generale del Comune e ai vertici della Sst srl, società che controlla la struttura sanitaria, ieri ha scelto di chiarire la sua posizione, davanti al gup Marica Marino. Ha esposto il contenuto di documentazione tecnica e amministrativa. E’ imputato in questo secondo filone di indagine che tocca presunte irregolarità nell’iter per la struttura di Caposoprano, dopo il rinvio a giudizio in un’altra costola del procedimento. E’ stato lo stesso Mauro, assistito dall’avvocato Giacomo Ventura, a chiedere di essere sentito in udienza preliminare, così come hanno fatto altri coinvolti, che però parleranno nel corso della prossima udienza, fissata a settembre. L’ingegnere ha ripercorso le tappe amministrative che condussero alla sanatoria, fondamentale per l’avvio del percorso che portò alla convenzione con la Regione. Secondo i pm della procura, che seguono il procedimento attraverso il sostituto Luigi Lo Valvo, ci sarebbero state forzature e irregolarità, anche nella fase di sanatoria. Aspetti del tutto esclusi da Mauro, che anzi ha parlato di un percorso burocratico che consentì di risanare una struttura, altrimenti destinata a rimanere nell’incuria, quasi totale. Ha respinto qualsiasi ipotesi di procedure irregolari. Sono diciotto gli imputati. Vengono contestate, tra le altre cose, anche accuse di falso. In udienza preliminare, ne rispondono lo stesso Msuro, Rosario Internullo, Orazio Marino, Filippo Manganuco, Giuseppe Cosenza, Vincenzo Cagnes, Aldo Fulco, Antonio Tumminello, Gaetano La Bella, Donato Fidone, Alessandro Stamilla, Marco Bruno, Salvatore Russo, Santi Nicoletti, Antonio Pizzolanti, Mario Bollati, Maurizio Torres e Giuseppe Ginex. Sono parti civili i legali del Comune e dell’Asp, gli avvocati Gabriella Ganci e Giacomo Butera. Sia Palazzo di Città che l’Azienda sanitaria ritengono di aver subito danni dalle condotte di propri dipendenti. Anche in questo caso, come già capitato con la prima indagine, le difese ritengono che le procedure adottate siano state del tutto regolari.

Per questa ragione, diversi imputati, soprattutto funzionari e dirigenti comunali, hanno chiesto di essere interrogati. Sono difesi dagli avvocati Joseph Donegani, Emanuele Maganuco, Enrico Aliotta, Antonio Gagliano, Giovanna Zappulla, Maurizio Cannizzo, Valentino Granvillano, Sergio Iacona, Feliciana Ponzio e Giacomo Vitello. La decisione del gup dovrebbe arrivare a novembre.

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