L’azienda con le casse vuote dopo il sequestro, il giudice valuterà gli atti: i titolari contro l’amministratore

 
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Gela. Otto anni in amministrazione giudiziaria e, alla fine, i titolari dell’azienda di autotrasporto trovarono le casse praticamente vuote. Il giudice si è riservato di decidere. Adesso, sarà il giudice civile a valutare l’eventuale esecutività di un decreto ingiuntivo legato a debiti contratti dalla stessa azienda. Il giudice Virgilio Berardi ha deciso di valutare attentamente il contenuto di tutti gli atti, riservandosi di decidere. Tutto sarebbe nato proprio durante il periodo di gestione affidato ad un amministratore, nominato mentre era in corso un procedimento penale ai danni dei titolari dell’azienda, accusati di essere vicini ai clan di cosa nostra. Alla fine, però, arrivò l’assoluzione e l’azienda venne riassegnata agli originari proprietari. Dopo otto anni di amministrazione giudiziaria, però, gli stessi titolari si trovarono davanti ad una situazione finanziaria ai limiti. Avevano lasciato il gruppo d’autotrasporto con un attivo annuale di circa mezzo milione di euro, lo hanno ritrovato con una sequela di pesanti debiti per circa un milione di euro. In testa, i mancati pagamenti ai creditori. Così, il loro legale di fiducia, l’avvocato Tommaso Vespo, si è rivolto direttamente al giudice civile, ottenendo la chiamata in garanzia proprio dell’amministratore giudiziario. La mole di debiti accumulata riguarda non solo i fornitori ma anche il pagamento delle imposte. Alla fine, i debiti sono aumentati in maniera spropositata, tanto da costringere al fermo totale di ogni attività. A questo punto, in base a quanto potrà decidere il giudice, potrebbe essere lo stesso ex amministratore giudiziario dell’azienda a rispondere economicamente del danno causato.

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