L’edilizia in città non si riprende, “pochi cantieri aperti e molto lavoro nero”

 
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Gela. La crisi economica continua a battere sulla città e a risentirne è anche l’edilizia. Pochi cantieri avviati, lavoratori che con difficoltà riescono a trovare collocazione e prospettive difficili da prevedere.

“Allo stato attuale – spiega il segretario provinciale della Fillea Cgil Francesco Cosca – solo i piccoli cantieri privati riescono a resistere. Per gli edili delle società impegnate nella raffineria Eni, stiamo attendendo gli sviluppi in base ai programmi dell’azienda. Per il resto, la situazione è molto difficile. Si stanno per chiudere anche i cantieri avviati, per conto delle confraternite, nel cimitero di Farello”.
Il sindacalista non nasconde il suo rammarico davanti alla promessa del progetto Agroverde. “Purtroppo – continua – il mancato avvio a pieno regime del polo fotovoltaico sta costando molto all’intero tessuto economico locale. Non parliamo soltanto dei lavori propedeutici. L’intera attività prevista avrebbe assicurato molti posti di lavoro. Il gruppo Mondello che aveva iniziato i primi interventi, fortunatamente, ha coperto i pagamenti pattuiti con gli operai”.
Davanti alla stasi, Cosca chiederà, di concerto con i colleghi delle altre sigle sindacali del settore, un incontro all’assessore ai lavori pubblici Carmelo Casano. “Credo sia necessario – ammette – chiedere all’assessore che negli appalti pubblici banditi e concessi alle aziende, anche non locali, si preveda una clausola di precedenza in favore di operai locali. In questo modo, ci sarebbe una garanzia in più”.
La stagnazione sembra aver favorito il consolidamento di un ben oliato meccanismo, incentrato su lavoro nero e ingaggi “aggiustati”. “Il lavoro nero – conclude – è esistito e continua ad esistere. E’ sicuramente favorito da controlli che non possono essere capillari a causa dell’assenza di risorse. Gli stessi ispettori non riescono a sostenere la mole d’impegni. Non ci sono fondi economici adeguati”.

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