“L’Eni va via? Fa un regalo alla mafia”: scatta il ventesimo giorno di protesta

 
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Gela. Il ridimensionamento della raffineria e la perdita di posti di lavoro soprattutto nell’indotto? “Un regalo sociale alla mafia”. Lo sostengono chiaramente i sindacalisti della Cgil, impegnati, insieme ai colleghi di Cisl, Uil e Ugl, nella lotta contro le scelte del management della multinazionale che dura ormai da venti giorni.

Una posizione assunta dallo stesso segretario provinciale della Cgil Ignazio Giudice che, in più di un’occasione, ha aspramente criticato il “tradimento” di Eni nei confronti del territorio e dei lavoratori. Senza prospettive occupazionali, la capacità attrattiva della criminalità si fa più forte. Intanto, il sindaco Angelo Fasulo, davanti agli operai in presidio, ha confermato di voler proseguire su ogni tavolo istituzionale la trattativa per assicurare il ritorno della produzione in fabbrica.
Questa mattina, non a caso, si è recato lungo le strade d’accesso alla fabbrica, presidiate dagli operai, per fare il punto della situazione. I dipendenti precettati dal prefetto Carmine Valente, comunque, continuano ad assicurare i turni in raffineria e nei siti d’estrazione nonostante i dubbi espressi dai loro colleghi e dagli stessi sindacati.

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