L’illuminazione pubblica ai privati, “gravi violazioni”: scatta il rischio revoca

 
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Gela. Violazioni gravi definitivamente accertate”. Così, si rischia il flop nella procedura per l’assegnazione milionaria, trentennale, del servizio di gestione e manutenzione dell’illuminazione pubblica.

La gara, conclusasi a fine estate, era stata aggiudicata ad un raggruppamento temporaneo d’imprese composto dalle emiliane Concordia società cooperativa e Consorzio cooperative costruzioni, a loro volto appoggiate dalla coop locale Coge impianti. Adesso, però, il responsabile unico del procedimento, l’architetto Santi Nicoletti, ha scelto di avviare la procedura per la revoca.
I dubbi si concentrano tutti intorno all’azienda locale. Stando al tecnico, sarebbero emerse gravi violazioni “rispetto agli obblighi relativi al pagamento delle tasse e delle imposte, secondo la legislazione italiana, con cartelle esattoriali immesse nel ruolo relativamente agli anni 2008 e 2010, nonché tre partite di ruolo nell’anno d’imposta 2009 per le quali risulta in corso un piano di rientro concesso da parte del concessionario Riscossione Sicilia spa”. Insomma, ci sarebbero irregolarità fiscali non indicate in fase di gara. Adesso, le imprese aggiudicatarie hanno cinque giorni di tempo per “dimostrare le condizioni non ostative connesse all’esistenza di pendenze tributarie non dichiarate”.
La gara, se la revoca venisse confermata, verrà dichiarata deserta.
Già nel corso dell’estate, proprio il responsabile del procedimento per conto dell’assessorato ai lavori pubblici, aveva messo in dubbio l’ammissibilità dell’offerta presentata dalle cooperative emiliane e da quella gelese a causa della presunta mancanza di alcune dichiarazioni. Il sì all’ammissione, invece, venne dato dalla commissione di gara.
L’amministrazione scelse addirittura di affidarsi ad una consulenza legale, costata circa sei mila euro, affidata al professionista catanese Agatino Cariola. Ora, l’appalto da diversi milioni di euro ritorna in gioco. Spetterà alle aziende dimostrare l’infondatezza delle contestazioni.

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