L’inchiesta “Villaggio Aldisio”, “nell’appartamento non c’erano armi”: in aula i particolari di un “colpo” in centro storico

 
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Gela. Non solo la presunta disponibilità di armi ma anche furti messi a segno all’interno di appartamenti della città. L’appartamento di piazza Roma. E’ quanto emerse dall’inchiesta “Villaggio Aldisio” che ha portato a processo quattro imputati, finiti davanti al collegio penale presieduto dal giudice Miriam D’Amore, a latere Tiziana Landoni e Ersilia Guzzetta. Si tratta di Aristide Tascone, Ernesto Privato, Alessio Tallarita e Orazio Terlati. L’inchiesta si estese ad altri presunti complici che, comunque, hanno già optato per riti alternativi. Nel corso del dibattimento, dopo l’esame di alcuni investigatori, è stato sentito uno dei proprietari di un immobile della zona di piazza Roma, nel cuore del centro storico. L’immobile venne preso di mira dai ladri, mentre erano in corso lavori di ristrutturazione. Il furto fu scoperto nei giorni successivi. Tra le ipotesi investigative, c’è anche la possibile sottrazione di un’arma. “Non credo che nell’appartamento – ha spiegato l’uomo – ci fossero armi”. Nuovi testimoni verranno sentiti nel corso delle prossime udienze. Ci sarà spazio anche per il perito incaricato di valutare e trascrivere le intercettazioni telefoniche e ambientali effettuate in fase di indagine. Tra i difensori, ci sono gli avvocati Carmelo Tuccio,  Flavio Sinatra, Davide Limoncello e Raffaella Nastasi.

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