L’omicidio Sotti, in aula ancora l’amico del giovane ucciso: il pm ha chiesto di acquisire i verbali

 
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Sotti trovato senza vita davanti al garage di casa

Gela. Ci sarebbero incongruenze tra quanto dichiarato in aula e le indicazioni fornite agli inquirenti, invece, in fase di indagine.


La ricostruzione del testimone. Per questa ragione, il pubblico ministero Eugenia Belmonte ha ufficialmente chiesto ai giudici della Corte d’Assise di Caltanissetta di acquisire i verbali delle sommarie informazioni già rese da uno degli amici più vicini ad Orazio Sotti, l’idraulico ventiduenne ucciso nel dicembre di diciassette anni fa, nei pressi del garage della sua abitazione a Fondo Iozza. I giudici nisseni, però, si pronunceranno durante la prossima udienza, fissata per luglio. Il testimone è stato ancora sentito dal pm, rispetto soprattutto ad un incontro che ci sarebbe stato a Niscemi tra lo stesso Sotti e i fratelli Salvatore e Giuseppe Cilio, a processo con l’accusa di aver ucciso il ventiduenne. Proprio rispetto all’incontro sarebbero sorti i dubbi principali del pm. Il testimone ha sempre escluso di aver riconosciuto i fratelli Cilio come gli stessi uomini che, quella sera a Niscemi, chiesero di parlare con Sotti. L’amico della vittima, inoltre, non avrebbe mai confermato di aver visto una pistola a disposizione degli imputati, difesi dagli avvocati Salvo Macrì e Luigi Cinquerrui. In base alla ricostruzione d’accusa, I fratelli Cilio avrebbero organizzato ed eseguito l’azione di morte per punire il ventiduenne, che intanto aveva avuto relazioni sentimentali con le loro compagne. Nel dibattimento, parti civili sono i familiari del giovane idraulico ucciso, rappresentati dall’avvocato Giuseppe Cascino.

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