La falegnameria segreta dei “mafiosi” per agevolare lo sbarco americano

 
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Una ricostruzione storica dello sbarco

Gela. Finalmente qualche storico si è liberato dalle bugie mettendo in evidenza verità finora nascoste.

Sono giunto a questa considerazione dopo avere visto il film “In guerra per amore” prodotto dalla Rai che mette in evidenza la funzione dei nostri liberatori

americani aiutati primariamente dai mafiosi internazionali e anche dai partigiani dell’epoca.

La verità sullo sbarco alleato. La pellicola rispecchia la realtà ed evidenza la trattativa condotta dagli americani con Lucky Luciano che, pur essendo stato tanti anni nelle carceri americani, aveva ancora contatti con i mafiosi siciliani.

Le sedi dei partigiani gelesi. Così questi gentiluomini spianano la strada agli alleati, aiutati dai partigiani locali che avevano un centro importante nei pressi dell’ex cinema  Mastrosimone, dentro una falegnameria, in un casolare a Passo di Piazza, agevolando lo sbarco delle forze alleate in Sicilia senza subire nessun attacco.

I mafiosi elevati a sindaci. Ma la cosa sconcertante avviene nel momento in cui devono lasciare le terre conquistate è allora che liberano tutti i delinquenti dalle galere senza tenere conto delle condanne accumulate. Infatti chi era stato condannato con meno di un ergastolo rimaneva in carcere, mentre tutti gli altri venivano liberati e premiati e in alcune circostanze diventavano sindaci delle città più importanti della Sicilia liberata: tra tutti Ciancimino a Palermo. Oggi i politici ancora si chiedono delle connivenze con la mafia e lo stesso presidente della repubblica, Giorgio Napolitano, asseriva candidamente che i politici non avevano nessun contatto con i mafiosi.

Mi ricordo di uno scrittore siciliano, autore di un libro sulla mafia, convinto delle origine antropologiche della mafia.

La pressione contro il meridione. Tutto questo mi fa pensare moltissimo sulle persone che ci hanno governato dal 1945 ad oggi. Per gli uomini che hanno un minimo di dignità individuale non possono non fare risalire questi fatti al 1860, quando i tosco-padani conquistano il meridione governato dai Borboni e mettono a governare i ladri nel meridione tirati fuori dalle carceri del nord e sistemati in tutti i centri eccellenti del sud. Una logica criminale che gli è servita a dimostrare l’inefficienza del sud, cancellare tutte le eccellenze che esistevano nel meridione (a loro dire povero e sottosviluppato) pur di elevare le Regioni del nord Italia a ricche e tecnicamente avanzate. Una verità quest’ultima resa possibile solo dopo avere rubato le nostre risorse, prelevando i nostri soldi e trasferendo la tecnologia nell’allora meno sviluppato (da un punto di vista tecnologico) nord Italia.

Un esempio per tutti è la Napoli Portici, prima ferrovia realizzata in Italia, la cui impresa produceva carrozze e binari per il resto d’Europa oltre che a Napoli. Ma siccome non voglio annoiare i nostri lettori con la questione meridionale, nel prossimo articolo, affronterò, parlando di Gela, dei beni disponibili e indisponibili del nostro Comune. Considerato che si parla di beni inalienabili e imprescrittibili, sicuramente qualche politico né ha tratto vantaggio.

I beni gelesi spariti. Questo argomento non può essere  più trattato, perché oggi non esistono beni indisponibili del comune di Gela, in quanto la delibera comunale  del 12/12/2013  ha reso disponibile  tutte le proprietà immobiliare (terreni e fabbricati), decretando l’alienazione degli immobili comunali di circa 85 ettari  di terreno del territorio gelese di Feudo Nobile, contrada San Leo, contrada Olivo, Priolo Sottano, per quasi 50 lotti tra terreni agricoli e case rurali, disponibili per essere venduti al prezzo a base d’asta complessiva di  euro 1.078.530,90, tutto è stato regolarizzato.

Il Comune di Gela può orgogliosamente dire che  la gestione comunale gode della fiducia dei cittadini e se qualcuno decidesse di affrontare il problema deve capire che tutto si è svolto nella massima correttezza e legalità e le ricerche fatte dall’assessore in carica negli anni ‘70 erano strumentali, senza considerare le minacce di morte subite dall’assessore di allora e la defenestrazione della giunta in carica: ogni cosa al suo posto e al bilancio annuale del Comune possiamo trovare tutti i beni disponibili e indisponibili negli allegati dei bilanci annuali.

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