La Raffineria torna in marcia? No, è soltanto la manutenzione di una caldaia

 
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Gela. La fabbrica del colosso energetico Eni è tornata a marciare.

Lo smog rilasciato nell’atmosfera dal camino principale non è passato inosservato alla popolazione, proiettata mentalmente alla riconversione della Raffineria di contrada Piana del Signore che alla raffinazione del petrolio dovrebbe garantire la produzione di biocarburanti. Secondo le indiscrezioni trapelate tra le isole della fabbrica e dai vertici Eni, è stata avviata la “caldaia 100” con olio combustibile proveniente dalla fabbrica di Sannazzaro, indispensabile a garantire l’alimentazione. Si tratta del completamento della fase di decommission, ovvero di smantellamento.

Lo stesso procedimento ha già investito altri impianti e la stessa “Caldaia 4” dove sono in corso le procedure di demolizione. I vertici Eni assicurano che “la Raffineria Gela è ancora autorizzata dal ministero ad avere una caldaia in marcia”.

Sulla vicenda sono intervenuti immediatamente gli esponenti delle segreterie sindacali di categoria. Il sindacato dei chimici sostiene che “l’attività di ripresa della caldaia 100 era in programma ormai da diversi mesi – precisano le segreterie di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil e Ugl Chimici – L’azienda ha comunicato che serve per la produzione di energia ma solo in quella zona della fabbrica”. La produzione della raffineria di contrada Piana del Signore è ferma ormai dal 13 marzo 2014, quando la procura decise di bloccare l’unica linea produttiva per fare luce sulle cause di un incendio. Da allora, il futuro della fabbrica è mutato con la firma del 6 novembre scorso al Ministero dello Sviluppo economico (Mise) che ha sancito la riconversione della fabbrica e l’investimento di 2,2 miliardi di euro con l’estrazione off e on shore di gas.

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