La sfiducia a Greco prende consistenza, un governo di salute pubblica per evitarla?

 
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Il sindaco Lucio Greco

Gela. L’ombra nera della sfiducia proietta sempre di più il suo riflesso su Palazzo di Città. Quella che ieri sembrava solo una chiacchiera da bar sta pian piano prendendo forma e concretezza ogni giorno di più. A dare un’accelerata l’incontro voluto dall’opposizione che ha portato di fatto alla creazione di un vero e proprio fronte della sfiducia, senza simboli di partito, che potrebbe così lanciare una mozione che arriverebbe sulla scrivania del Presidente del Consiglio comunale Salvatore Sammito in tempi brevissimi. Dieci ad oggi i sicuri firmatari della mozione, 11 se si considera il consigliere meloniano Giuseppe caruso, al momento fuori città per lavoro, a cui però potrebbe essere chiesto di essere presente per rinforzare il fronte al momento della discussone in aula. Dieci o undici firme dunque, che vanno dai grillini a Fratelli d’Italia, passando per la Lega, il Pd e gli indipendenti Paola Gudice e Rinnova. Numeri sufficienti per presentare la mozione e portarla in aula ma che non basterebbero per far passare la sfiducia. Secondo l’articolo 52 del decreto legislativo 267 del 2000 infatti la mozione verrebbe approvata solo se votata dalla maggioranza assoluta dei consiglieri che nel caso di Gela, dove in consiglio ce ne sono 24, sarebbe pari a 14. Mancano tre voti dunque che il fronte della sfiducia pensa di recuperare tra gli insoddisfatti della coalizione Arcobaleno. Dopo i malumori e gli scontri al veleno di questi giorni, l’identikit potrebbe ricondurre agli azzurri di Forza Italia. Il rapporto tra i forzisti e il resto della maggioranza è deteriorato da tempo e, considerate anche le ultime uscite al vetriolo dell’assessore azzurro Nadia Gnoffo, all’indomani dello scontro sul regolamento sul trasporto dei disabili, un’uscita dalla maggioranza non sembra poi così impossibile. Forza Italia così, passerebbe da partito di equilibrio della maggioranza ad ago della bilancia per a fine dell’esperienza Greco. Al momento gli azzurri temporeggiano, ma l’opzione rottura non è del tutto tramontata. Resta da capire quando e se verrà depositata la mozione. I tempi sono abbondanti. L’articolo 10 della legge regionale 17 del 2016 prevede la possibilità di votare la sfiducia fino ad un massimo di 180 giorni prima della scadenza naturale del mandato. I tempi in realtà sembrerebbero più ristretti. La mozione potrebbe arrivare già la prossima settimana e di conseguenza sbarcare in aula i primi giorni di dicembre. In questo lasso di tempo Greco dovrà decidere il da farsi. C’è un bilancio a rischio e la seria possibilità che la mozione anche nel caso in cui non dovesse passare, venga comunque votata dalla maggioranza relativa dei consiglieri.

In questo caso il primo cittadino si troverà nella condizione di amministrare l’ultimo anno del mandato da sfiduciato in pectore, ecco perché da diversi settori della sua maggioranza si starebbe spingendo per convincere Greco a rimettere anzi tempo il suo mandato per cercare di aprire un dialogo con tutte le forze politiche. L’obiettivo sarebbe quello di riuscire a formare un governo di salute pubblica, con tutti in campo, che traghetti la città verso la fine della sindacatura. Con quel tipo di accordo e con la promessa di non ricandidarsi, Greco potrebbe ritirare le sue dimissioni e governare fino a fine mandato. Al momento sembra che questa opzione sia stata esclusa dal primo cittadino, ma i tempi e le condizioni cambiano e la spada di Damocle della sfiducia sempre più in bilico potrebbe stravolgere ogni programma.

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