L’amianto continua ad uccidere, i dati dell’Ona: “A Gela anche altri agenti tossici”

 
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Gela. Le vittime d’amianto, ma non solo, si concentrano tra i lavoratori dell’industria pesante, a cominciare da quelli delle raffinerie e dei petrolchimici. Ne sono convinti, dati alla mano, i rappresentanti nazionali dell’Ona che sabato presenteranno un report in città. “Nel comparto chimico, petrolchimico e delle raffinerie l’amianto è stato largamente utilizzato come coibente degli impianti e delle condotte per il trasporto di fluidi caldi e nelle guarnizioni di vario genere – dice l’avvocato Ezio Bonanni che presiede l’Osservatorio nazionale amianto – oltre che mescolato all’interno di alcune vernici ad alta caloria con carica inerte per le sue qualità tecniche. Le coibentazioni, come coppelle, pannelli e fiocco sciolto, sono state realizzate in amianto e, laddove non siano state già bonificate, vi è la possibilità che siano ancora in opera in gran parte del territorio. Nel comparto chimico, petrolchimico e delle raffinerie siciliane e del resto d’Italia, l’amianto era mescolato con plastica vinilica o nella realizzazione delle mattonelle di varie dimensioni e colori con striature simili a quelle del marmo, pavimentazione largamente impiegata in scuole, ospedali, uffici pubblici o altri luoghi di vita e di lavoro”. Verranno illustrati i dati raccolti dai tecnici dell’Osservatorio. Per il solo mesotelioma, nell’industria chimica sono stati censiti altri 672 casi (pari al 3,5 per cento), cui si aggiungono 196 casi tra i lavoratori delle raffinerie di petrolio (pari all’1 per cento). Sono stati riscontrati anche 27 casi di esposizione ambientale e professionale in seguito a utilizzo di amianto in impianti chimici e petrolchimici. L’incidenza complessiva, dunque, è censita in 895 casi, in linea con i dati del Registro nazionale Mesoteliomi. A questi vanno aggiunti i numeri di altre patologie asbesto correlate (tumore al polmone, placche pleuriche, ispessimenti pleurici e asbestosi), con una incidenza complessiva di circa 3.500 decessi a causa della sola esposizione ad amianto, cui si aggiungono, poi, tutti gli altri agenti patogeni e cancerogeni e l’impatto che hanno sia sui dipendenti che sui famigliari.

Pure per l’Ona, in città presieduta da Salvatore Granvillano e spesso sostenuta in giudizio dall’avvocato Lucio Greco, esiste un caso Gela. “Ci sono rischi in questo territorio – conclude in una nota Bonanni – legati ad altri agenti patogeni e tossico-nocivi. Condizioni che già illustrammo nel 2011”. L’amianto continua ad essere quindi un killer silenzioso che porta via vite, soprattutto quelle di molti lavoratori esposti. Il report Ona verrà presentato sabato 17 novembre (dalle 9:30) all’ex chiesa di San Giovanni, alla presenza dello stesso Bonanni, di Pippo Gianni (componente del comitato tecnico scientifico), del coordinatore regionale Calogero Vicaro, di Salvatore Granvillano e dell’avvocato Lucio Greco.

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