Le estorsioni a Roma, Rinzivillo e gli altri imputati in appello: impugnata la sentenza

 
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Gela. La “costola” nissena dell’inchiesta sui presunti nuovi assetti del clan mafioso dei Rinzivillo (ribattezzata “Extra Fines”) arriverà davanti ai giudici tra settembre e novembre, quella romana invece si appresta al vaglio della Corte d’appello. Dopo le condanne decise dal gup del tribunale capitolino, il presunto boss Salvatore Rinzivillo e gli altri imputati si rivolgeranno ai giudici di secondo grado. Si tratta delle vicende legate all’indagine “Druso”, tutta concentrata sulle estorsioni e gli affari che Rinzivillo e gli altri sodali avrebbero cercato di orchestrare proprio a Roma e in altre zone limitrofe. Nel mirino dei gelesi, coadiuvati da fiancheggiatori romani e capaci di trovare entrature anche con due carabinieri, erano finiti i titolari di un’azienda, impegnata nel settore dell’ortofrutta all’ingrosso, ma anche quello di un locale di via Veneto, centralissima zona di Roma. Dovevano pagare per evitare continui danneggiamenti e mettersi in regola. Il giudice dell’udienza preliminare del tribunale capitolino Annalisa Marzano ha condannato a quindici anni e dieci mesi di reclusione lo stesso Salvatore Rinzivillo, a sette anni e otto mesi Paolo Rosa, tre anni e otto mesi per Giovanni Ventura, sei anni e otto mesi ad Angelo Golino, quattro anni e due mesi a Rosario Cattuto, quattro anni e sei mesi a Cristiano Petrone, uno dei carabinieri che si sarebbe messo a servizio di Rinzivillo, garantendogli l’accesso ad informazioni riservate. L’unica assoluzione, il gup l’ha disposta nei confronti di Francesco Maiorano.

Ad inizio luglio, sono state depositate le motivazioni e i legali di difesa si apprestano ad impugnare i verdetti di condanna. Nella sentenza di primo grado, dopo l’ammissione come parte civile, è stato riconosciuto il diritto al risarcimento dei danni in favore della Fai e dell’associazione antiracket “Gaetano Giordano”, rappresentate dall’avvocato Giuseppe Panebianco. Analogo diritto al risarcimento è stato riconosciuto agli imprenditori taglieggiati dai gelesi. Sono stati rinviati a giudizio, invece, Santo Valenti, Danilo Cellanetti, Salvatore Iacona, Marco Mondini, Ettore Spampinato, Biagio Ehrler e Arianna Ursini. Nei loro confronti, è partito il dibattimento davanti ai giudici del tribunale di Roma. Rinzivillo e gli altri imputati che hanno scelto riti alternativi chiederanno ai giudici d’appello di rivedere le pesanti condanne. Tutti gli imputati coinvolti nel filone “Druso” sono difesi dagli avvocati Roberto Afeltra, Grazio Ferrara, Luigi Cinquerrui, Flavio Sinatra, Chiara Porta Crozon, Romolo Reboa, Giovanna Cassarà, Lucio Greco, Lanfranco Cugini, Gabriele Valentini, Andrea Thau, Mauro Capone, Maria Concetta Marzo, Fabio Saranderea, Michele D’Urso, Barbara Fulgenzi, Corrado Pascal, Domenico Mariani e Pierfrancesco Bruno.

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