“Le piccole case circondariali come Balate non possono essere ridimensionate”

 
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Gela. “E’ una discussione in corso al Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e al Ministero della giustizia ma le piccole case circondariali come Balate non vanno ridimensionate”. L’esponente dei Radicali italiani Rita Bernardini rilancia la questione dell’eventuale ridimensionamento del carcere di contrada Balate, attivo solo da pochi anni. “Nel corso del tempo – spiega la Bernardini intervenuta ad una conferenza sul tema – ho avuto modo d’interessarmi dell’eterno carcere di Gela, atteso per oltre cinquant’anni. Ho effettuato anche alcune visite e, di certo, si tratta di una struttura assai migliore di molte altre sparse lungo la penisola. E’ una questione di costi. Proprio per questa ragione, invito chi ha competenze in materia a rivedere eventuali decisioni affrettate”. Negli scorsi mesi, l’allarme era stato lanciato anche dal segretario Osapp Domenico Nicotra, da tempo tra le parti più attive sulla vicenda Balate e non solo. “Quando si parla di razionalizzare le spese – aggiunge la Bernardini – bisogna evitare di tagliare strutture. A questo punto, suggerirei di spendere meno per gli stipendi dei funzionari e, invece, investire molto di più in attività di formazione e di reinserimento dei detenuti che, soprattutto in una piccola struttura come quella di Balate, scontano pene per reati meno gravi. Bisogna incentrate tutto sul reinserimento dei detenuti che, ribadisco, non sono numeri ma persone”. Rita Bernardini, domenica, è intervenuta alla presentazione, tenutasi in città, dell’ultimo saggio scritto dall’ex presidente della regione Totò Cuffaro: un’opera incentrata sulla sua esperienza carceraria. “In ogni caso – conclude l’esponente radicale – noi ci opporremmo a qualsiasi ipotesi di chiusura o di ridimensionamento. Non dimentichiamoci che ci sono voluti decenni per far aprire un carcere a Gela e non si possono rivedere progetti importanti in pochi mesi”. In questo modo, i radicali ribadiscono la loro posizione e stanno a fianco delle organizzazioni sindacali del settore che, negli scorsi mesi, hanno sollevato dubbi su eventuali ipotesi di accorpamento ad altre strutture detentive.

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