Legge regionale sull’editoria, aiuti veri o sostegno ai soliti noti?

 
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Palermo. La legge sull’editoria porta con sé perplessità e qualche sospetto. Quindici milioni di euro per sette anni dal 2014 al 2020. La dotazione dei fondi europei diventa una realt in un momento difficile per l’editoria.

È legge il sostegno alle imprese che operano nel settore dell’editoria e dell’emittenza radiotelevisiva siciliana: sono stati 35 i voti favorevoli, 24 quelli contrari, un solo astenuto.

I Grillini hanno votato contro ritenendola “una legge per pochi, e non certo per i piccoli”. La Commissione, presieduta da Bruno Marziano, ha rivoluzionato l’articolo 4, che precisa i requisiti per l’accesso ai benefici. In sintesi, viene reso esplicito l’obbligo di assumere “almeno un giornalista dipendente a tempo pieno ovvero con rapporto a tempo parziale non inferiore al 25 per cento dell’orario contrattualmente previsto per il tempo pieno, con la possibilità di avvalersi di un numero di praticanti in organico non superiore alla metà dei giornalisti a tempo pieno”.

 

L’obbligo per i giornali della carta stampata, passa invece da 10 a 5 giornalisti. Previsto l’obbligo di assicurare la diffusione dell’informazione dell’attività istituzionale. Le somme a disposizione ammontano a 15 milioni di euro  per investimenti, si tratta di fondi comunitari della  programmazione 2014/2020. Per la parte relativa alla  comunicazione istituzionale vi sono 300 mila euro, per  contributi in conto interesse e consolidamento passività onerose  ci sono complessivamente 500 mila euro.  Le misure vanno, dunque, dai contributi per innovazione  tecnologica ad iniziative per la formazione, dal sostegno alla  riqualificazione e all’aggiornamento del personale agli  incentivi fiscali anche attraverso il credito di imposta per  investimenti, da interventi di comunicazione istituzionale ai  contributi per abbattimento interessi, ai contributi in conto  interesse per il consolidamento delle passività.  

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