L’estorsione per la droga, condanne impugnate in appello: fissato il giudizio

 
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Immagini di repertorio

Gela. Sono accusati di estorsione per aver imposto l’acquisto di cocaina ad un artigiano, che pare dovesse saldare un debito maturato sempre per la droga. A maggio, è arrivata la condanna di primo grado per il venticinquenne Ruben Raitano e per il trentanovenne Giacomo Tumminelli. Ad entrambi è stata imposta la pena a quattro anni e dieci mesi di reclusione. Le difese, sostenute dai legali Davide Limoncello e Rosario Prudenti, si sono rivolte ai giudici della Corte d’appello di Caltanissetta. Il giudizio è stato fissato per fine gennaio. Nei ricorsi si richiede di rivedere le condanne, emesse in abbreviato. Per i legali dei due imputati, la versione resa dall’artigiano sarebbe stata di comodo, per evitare di saldare il debito in denaro che era intanto maturato. In base alle accuse, Raitano e Tumminelli avrebbero minacciato anche i genitori del loro debitore, che portano avanti un’attività di materiali edili.

L’artigiano, nel procedimento, si è costituito parte civile, assistito dall’avvocato Valentina Lo Porto. Anche l’antiracket “Gaetano Giordano” avanzò richiesta di costituzione, ma non venne accolta. Gli imputati, pur fornendo ricostruzioni non sempre in linea tra loro, hanno comunque escluso le minacce per la droga e i soldi. Saranno i giudici di appello a ritornare sulla vicenda. Gli arresti venero effettuati dai carabinieri.

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