L’impianto di termo ossidazione dei rifiuti, tutto fermo alla Regione: “Procedura Via va ripresa”

 
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La tecnologia predisposta da "Energika" era basata sul processo "two"

Gela. Quasi un anno senza avere alcuna risposta dagli uffici della Regione che avrebbero dovuto istruire il procedimento per la valutazione di impatto ambientale dell’impianto di termo ossidazione dei rifiuti progettato dalla società Energika, fondata dall’imprenditore Angelo Tuccio, di recente deceduto. Un maxi investimento, tutto a capitale privato, per la produzione di energia da un processo di trattamento dei rifiuti, tecnologia ribattezzata Two. L’istanza dell’azienda risale al febbraio di un anno fa e riguarda l’investimento nell’area Irsap. I programmi aziendali prevedono la realizzazione di più impianti dello stesso tipo, in città e in altre zone della Sicilia. A Palermo, però, sia dall’assessorato territorio e ambiente sia da quello all’energia non sono arrivate indicazioni, facendo maturare il “silenzio-rifiuto”. I legali di Energika si sono rivolti ai giudici del Tar di Palermo che adesso hanno imposto ai tecnici regionali di avviare le procedure, in caso contrario toccherà ad un commissario ad acta procedere (già individuato nel dirigente generale del Dipartimento dell’ambiente dell’assessorato territorio e ambiente). “Il procedimento volto all’esame della richiesta di valutazione d’impatto ambientale sull’istanza avanza dalla ricorrente, non risulta essere stato portato avanti nei termini perentori previsti – scrivono i giudici amministrativi – da cui deriva la fondatezza del presente ricorso volto a censurare il silenzio inadempimento dell’amministrazione”. Per i giudici, la Regione dovrà valutare l’istanza e procedere secondo i termini previsti. “Poiché lo svolgimento di tutte queste fasi è necessario affinché possa considerarsi correttamente eseguito il procedimento in questione – si legge ancora nella sentenza -deve ritenersi che all’inadempimento dell’amministrazione non consegua l’obbligo di definire il procedimento, puramente e semplicemente, entro un breve termine, insufficiente a svolgere le fasi ancora mancanti; ma che a tale inadempimento consegua l’obbligo di riattivarlo – dal momento in cui era stato indebitamente interrotto – portandolo a termine, previo il corretto svolgimento di tutte le sue fasi, nei tempi normativamente previsti”.

L’annuncio di un progetto di questo tipo ha sollevato polemiche. Per il fronte ambientalista ci sarebbe il rischio di autorizzare inceneritori in un’area già fortemente colpita dall’impatto industriale. I vertici di Energika, però, hanno sempre escluso che il processo dei loro impianti possa avere impatti negativi. Qualche mese prima di iniziare la sua dura battaglia contro la malattia che l’aveva colpito, l’imprenditore Angelo Tuccio escluse ricadute ambientali dalla tecnologia Two, che garantisce la produzione di energia con la trasformazione dei rifiuti dallo stato solido a quello gassoso. L’impianto che dovrebbe sorgere nell’area ex Asi ha una capacità di 50 mila tonnellate all’anno.

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