“Malleus”, nell’appello bis cade l’aggravante mafiosa: ridotte quattro condanne

 
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Gela. I giudici della Corte di Cassazione, annullando con rinvio, avevano già aperto a valutazioni sull’effettiva sussistenza dell’aggravante mafiosa, nel giro di droga scoperto dagli investigatori con l’inchiesta “Malleus”. Nell’appello bis, tenutosi davanti ai giudici nisseni, proprio l’aggravante mafiosa è caduta per tutti gli imputati. Per Antonio Radicia, Giuseppe Domicoli, Ivan Casciana e Baldassarre Nicosia, sono state pronunciate condanne, di entità ancora più ridotta, rispetto a quanto indicato dai giudici romani. Secondo i magistrati della Corte d’appello di Caltanissetta, il gruppo di spacciatori individuato dagli inquirenti non avrebbe operato per conto dei Rinzivillo, come venne invece indicato nei precedenti gradi di giudizio. Inizialmente, le condanne imposte ai quattro furono pesanti, ma il successivo ricorso in Cassazione ha aperto una via decisionale diversa. Al termine dell’appello bis, con la procura generale che ha chiesto la conferma delle decisioni già emesse, i giudici nisseni hanno invece disposto la condanna a cinque anni e nove mesi per Antonio Radicia; cinque anni e un mese per Giuseppe Domicoli; quattro anni nei confronti di Ivan Casciana; tre anni e cinque mesi per Baldassarre Nicosia. Le difese, sostenute dagli avvocati Giacomo Ventura, Cristina Alfieri e Davide Limoncello, hanno confermato la loro linea, escludendo l’esistenza di un’organizzazione legata al clan Rinzivillo, anche sul fronte dello spaccio di droga. I giudici di appello hanno accolto le indicazioni relative all’aggravante mafiosa, escludendola e quindi emettendo decisioni meno pesanti rispetto a quelle che furono imposte ai quattro imputati, che in primo grado optarono per il rito abbreviato.

Con le sentenze impugnate in Cassazione, per Antonio Radicia era stata disposta la condanna a sette anni e quattro mesi di reclusione a fronte dei ventotto complessivi decisi invece dal gup; sei anni e otto mesi a Domicoli; cinque anni e otto mesi per Casciana; quattro anni e tre mesi a Nicosia. Tutte condanne che i giudici di appello hanno rideterminato, al ribasso.

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