Malori agli operai in fabbrica, nuovi dubbi sul perito: “Interessi contrari ad Eni”

 
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Gela. “Non è imparziale!” e, a pochi mesi di distanza da una prima istanza, i legali di difesa dell’ingegnere Eni Rosario Orlando ne presentano una seconda sempre per sottolineare la presunta parzialità del perito Fabrizio Nardo.

Il tecnico è stato scelto dal giudice Chiara Raffiotta con l’obiettivo di valutare lo stato dell’impianto per il trattamento delle acque di falda della fabbrica di contrada Piana del Signore, sospettato di aver rilasciato le emissioni che avrebbero colpito una decina di operai dell’azienda Edilponti, impegnati in lavori nello stabilimento.
Per questi fatti, è chiamato a rispondere l’allora responsabile della soi, l’ingegnere Rosario Orlando che non avrebbe assicurato la necessaria vigilanza. Così come negli scorsi mesi, però, quando la richiesta di ricusazione venne rigettata, anche in questo caso è arrivato il no del giudice Chiara Raffiotta.
In sostanza, non ci sarebbero elementi utili per sostenere la parzialità del tecnico Fabrizio Nardo. Questa volta, l’avvocato Gualtiero Cataldo, difensore di fiducia dell’imputato, ha sottolineato la partecipazione azionaria del perito in un’azienda con obiettivi in contrasto con quelli di Eni. Fattore ritenuto insussistente dal giudice e dal pubblico ministero presente in aula, il procuratore capo Lucia Lotti. Il tira e molla sull’istanza presentata ha fatto slittare ulteriormente i tempi.
Così, il perito relazionerà sull’attività di verifica svolta all’interno della fabbrica di contrada Piana del Signore, e più nello specifico sull’impianto per il trattamento delle acque di falda, all’udienza del prossimo 18 dicembre. Non è da escludere che in quell’occasione possa, addirittura, arrivare la decisione sul caso dell’imputato.

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