Messinese cerca la “formula” giusta, 3 giunte e 14 assessori: in consiglio 17 cambi

 
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Gela. Il 2017 a Palazzo di Città si è chiuso con una mozione di sfiducia saltata e con una giunta, la terza nell’arco di poco più di due anni, che deve cercarsi la maggioranza necessaria ad evitare nuovi sballottamenti politici. Il sindaco Domenico Messinese, che tanti davano quasi per spacciato, rimane sulla poltrona ed è riuscito a far passare la sua “dottrina” in tema di scelte assessoriali. Alla fine, con i partiti ufficialmente fuori gioco, ha confermato i suoi, gli assessori Simone Siciliano e Fabrizio Morello, aggiungendo altri quattro acquisti.

L’unico sempre presente è Siciliano. Con l’ingresso in municipio di Valentino Granvillano, Maurizio Melfa, Giovambattista Mauro e Valeria Caci, sale a quattordici il numero di assessori finiti nel frullatore del sindaco. Messinese, eletto con una giunta grillina, ha avuto anche il tempo, dopo il divorzio dai cinquestelle, di fondare un proprio movimento, ribattezzato Sviluppo Democratico, e di seguire la scia di altri epurati a cinquestelle, a cominciare dal primo cittadino di Parma Federico Pizzarotti, che con il sindaco ha contatti privilegiati. La sfiducia saltata sul più bello permette adesso a Messinese di dettare le regole del gioco. Il bilancio di previsione 2017 e gli altri atti finanziari li ha portati a casa. Gli manca solo la tanto sudata Tari sui rifiuti. La giunta dovrà cercare di adeguare le tariffe, ferme a quattro anni fa, altrimenti rischia di accumulare ancora altri debiti, di quelli pesanti. Probabilmente, i nuovi innesti in giunta possono fare da tramite con una parte del consiglio comunale. L’imprenditore Maurizio Melfa ci sta già provando, a partire dalla delega ai rapporti con l’assise civica. Fino ad ora, la sua chiamata a raccolta, a dire la verità, ha avuto poca presa sui consiglieri, ma ha già promesso di volerci riprovare. L’unico che da Palazzo di Città non si è mai allontanato, neanche in quei pochi giorni di azzeramento, più presunto che concreto, è il vicesindaco Simone Siciliano. Dati politici alla mano, in realtà era il vero destinatario della mozione di sfiducia. I partiti non lo vedono più di buon occhio e non l’hanno neanche nascosto. Addirittura, se Messinese avesse deciso di rinunciare al suo vice, probabilmente la mozione di sfiducia non sarebbe arrivata neanche in aula. Invece, il sindaco ha confermato le sue due spalle, Siciliano e Morello, riuscendo a far fallire la seconda mozione di sfiducia nell’arco di pochissimi mesi, al netto dei moniti arrivati addirittura dal vescovo Rosario Gisana. In estate, era stata l’ex crocettiana Maria Pingo a pentirsi della firma apposta sull’atto, tanto da ritirarla prima che il presidente del consiglio Alessandra Ascia convocasse la seduta. La mozione pre-natalizia, invece, è saltata davanti ai dubbi di regolarità messi sul tavolo, mentre se ne discuteva in aula, dagli ex Gela Città Giovanni Panebianco e Angela Di Modica, oggi rispettivamente tra le fila di DiventeràBellissima e del gruppo misto. Intanto, Messinese chiudeva il cerchio anche con la Ghelas, finita nella mani di un altro ex sindaco, il funzionario dell’Irsap Franco Gallo, e si è portato avanti pure nelle nomine degli esperti che andranno a costituire gli organismi di controllo in municipio. Il nucleo per il controllo di gestione è già chiuso, con rientri eccellenti a Palazzo di Città.

Diciassette cambi in consiglio comunale. Se Messinese, in poco più di due anni, ha “frullato” quattordici assessori, tra i banchi del civico consesso non si respira certamente aria di stabilità, anzi. L’aula ha mutato volto per oltre la metà.

Sono diciassette i consiglieri comunali che, dal momento dell’insediamento, hanno cambiato idea e simboli. Il Polo Civico non esiste più, con Guido Siragusa trasferito al Pd e l’ex collega Sandra Bennici che ha scelto Sicilia Futura. Effetto analogo per Un’Altra Gela, il marchio politico che sponsorizzava la corsa dell’allora candidato a sindaco Lucio Greco. Vincenzo Cascino e Anna Comandatore se ne sono andati da Musumeci, Salvatore Farruggia ha preferito Salvini, mentre Salvatore Sammito rimane indipendente ma con “vocazione” forzista. Stessa cosa dicasi per i tre consiglieri eletti che appoggiavano l’ex sindaco Angelo Fasulo. Cristian Malluzzo, dopo l’interregno di Adesso Gela, ha fatto le valigie per Sicilia Futura, Giovanni Panebianco è passato dall’Udc per poi scegliere Musumeci e Angela Di Modica, transitata a sua volta da Adesso Gela, ora è nel gruppo misto. La diaspora politica non ha risparmiato neanche la squadra dell’ex presidente della Regione Rosario Crocetta. Oggi, rimane solo la capogruppo Sara Bonura. Hanno scelto altre vie, invece, Carmelo Casano, attuale capogruppo di Articolo 1, Giuseppe Guastella, al momento indipendente, Maria Pingo, a sua volta nel gruppo misto, e Antonio Torrenti, che aspetta una chiamata dal Partito Democratico. Anche i grillini, che sembravano al di sopra di ogni “sospetto”, hanno perso pezzi. L’ex capogruppo Sara Cavallo li ha abbandonati, preferendo le sirene di Forza Italia. I dem, invece, hanno fatto acquisti ma l’ex capogruppo Giuseppe Ventura e Antonino Biundo se ne sono andati sbattendo la porta e ora occupano i banchi di Sicilia Futura. Ha salutato la compagnia anche un altro ex capogruppo dem. Dopo le elezioni regionali, Vincenzo Cirignotta ha lasciato, optando per il gruppo misto ma tanti lo danno già in viaggio verso il centrodestra. Il 2017 se ne va e in municipio già aspettano il 2018, magari per qualche nuovo “frullato”.

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