Nessuna corruzione per lo spettacolo: assolto impresario e il sindaco di Licata

 
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Agrigento. Il fatto non sussiste. Era tutto un equivoco. Non ci fu corruzione da parte dell’impresario di spettacoli gelese Carmelo Napolitano nei confronti della giunta di Licata per accaparrarsi un appalto.

Lo ha deciso il tribunale di Agrigento, che ha assolto tutti: lo stesso agente di spettacoli, il sindaco di Licata Graci, l’ex assessore ai Servizi Sociali Tiziana Zirafi, l’ex vice presidente del consiglio comunale Nicolò Riccobene. Napolitano era accusato di avere pagato una tangente di seimila euro, in realtà mai dimostrato .

Secondo il sostituto procuratore Santo Fornasier, che aveva chiesto la condanna a tre anni e sei mesi, l’amministratore avrebbe intascato una tangente in cambio dell’assegnazione di uno spettacolo musicale realizzato in occasione della festa di Sant’Angelo, il patrono di Licata. Anche per gli altri tre imputati il pm aveva chiesto la condanna a 3 anni e 6 mesi.
Gli imputati vennero arrestati nel novembre del
2009. Il sindaco fu sottoposto al divieto di dimora a Licata. Napolitano, assistito dall’avvocato Tonino Gagliano, ha dimostrato che quelle telefonate intercettate erano state totalmente travisate. La delibera fu adottata per 31.500 euro venne ritenuta dalla procura superiore rispetto alle offerte di altre agenzie.

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