Non coprì il figlio fuggito all’alt dei carabinieri, cade l’accusa: assolta la moglie del boss

 
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Gela. Non ha cercato di coprire la fuga del figlio, accusato di non essersi fermato, in sella ad un motorino, ad un posto di blocco. Così, è arrivata l’assoluzione per Silvana C., moglie di Peppe Alferi, attualmente

detenuto in regime di carcere duro e ritenuto vertice dell’omonimo gruppo criminale.

Il verdetto favorevole. La donna era finita a processo, davanti al giudice Tiziana Landoni, con l’accusa di simulazione di reato. Avrebbe confermato alle forze dell’ordine che il motorino utilizzato dal figlio era stato rubato. Una ricostruzione, però, che non ha retto. Il pubblico ministero ha chiesto la condanna a due anni di reclusione. La difesa della donna, sostenuta in aula dall’avvocato Maurizio Scicolone, è riuscita a dimostrare come l’imputata fosse stata effettivamente informata del furto del motorino da una delle figlie. Per questa ragione, avrebbe reso quella versione davanti alle forze dell’ordine, senza alcuna volontà di coprire il figlio.

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