Nove mesi per un esame autoptico, i familiari presentano una denuncia

 
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Gela. Nove mesi per l’esito di un esame autoptico in una vicenda che vede indagato un medico del pronto soccorso ospedaliero. I familiari del malcapitato, il pensionato Francesco Volasini, deceduto il 23 ottobre scorso, hanno incaricato il loro legale, Maurizio Scicolone, per conoscere le cause che hanno causato la morte dell’ottantaduenne.

“Devono accelerare l’iter procedurale sull’indagine avviata l’anno scorso – accusa Orazio Volasini – Il medico legale, Cettina Sortino, nominata da Elisa Calanducci, magistrato del tribunale, dopo due rinvii non ha ancora depositato gli esiti dell’esame effettuato sul corpo di mio padre. Avrebbe dovuto farlo entro il 28 luglio scorso. Ancora una volta – accusa l’uomo – non è stato rispettato il termine ultimo. Vogliamo solo conoscere la verità sulla morte di nostro padre”. Il pensionato era deceduto a casa, poche ore dopo essere stato dimesso dai sanitari del presidio ospedaliero “Vittorio Emanuele”. L’uomo accusava dolori alle ossa e all’addome. Nelle ultime settimane si era recato al Pronto soccorso tre volte. L’ultima volta, Francesco Volasini, era stato sottoposto ad una serie di esami. Venne dimesso quasi all’una di notte dopo essere rimasto in osservazione. Sei ore più tardi, alle 7 del mattino, la figlia Maria, che viveva con lui in un modesto appartamento di via Martorana 198, lo aveva trovato a letto privo di vita. Immediata era scattata la denuncia presso il locale reparto territoriale dei carabinieri, per chiedere che venga fatta chiarezza sulle cause del decesso dell’ottantaduenne. La magistratura aveva iscritto nel registro degli indagati un medico del pronto soccorso. Il sostituto procuratore Elisa Calanducci ordinò l’esame autoptico sulla salma, effettuato nell’obitorio del cimitero di Farello. Da allora si attendono gli esiti dell’ispezione cadaverica.

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