Orazio Paolello nel consiglio di “Nessuno tocchi Caino”, l’ergastolano entra nell’associazione: scelto dal congresso di Opera

 
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Paolello ha guidato gli stiddari nella guerra di mafia e oggi è all'ergastolo ostativo

Gela. Sette ergastolani ostativi, quindi con fine pena mai, entrano a far parte

del consiglio direttivo dell’associazione Nessuno tocchi Caino.
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L’ex boss nel consiglio direttivo. Tra questi, c’è anche l’ex boss stiddaro Orazio Paolello. I sette, anche se detenuti a vita, avranno voce in capitolo nelle scelte di un’associazione che da anni lotta per i diritti di base dei detenuti e, soprattutto, per l’abolizione del carcere a vita. Paolello, da tempo, è vicino a Nessuno tocchi Caino, in un percorso di “rinascita” che l’ha condotto a raccontare la sua vicenda di detenuto a vita nel documentario “Spes contra spem”, che narra, per immagini, le vicende di diversi ergastolani ostativi. La scorsa estate, gli aderenti a Nessuno tocchi Caino, costola del partito Radicale, sono arrivati proprio in città, nel corso di un tour a sostegno dell’abolizione del carcere a vita e del regime del 41 bis.
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In quell’occasione, la sorella di Paolello descrisse la nuova vita intrapresa da un ex boss, che nel corso della guerra di mafia si macchiò di diversi omicidi. Insieme a Paolello, nel consiglio direttivo entrano Vito Baglio, Alfredo Sole, Rocco Ferrara, Roberto Cannavò, Giuseppe Ferlito e Gaetano Puzzangaro. Il congresso, tenutosi nel carcere milanese di Opera, ha ufficializzato anche il ricorso di massa che i legali dell’associazione si preparano a presentare al Comitato Diritti umani e al Comitato contro la tortura dell’Onu.
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L’iniziativa mira a contestare non solo l’ergastolo ostativo e il regime del 41 bis, ma anche l’isolamento diurno che, in base a ricerche scientifiche effettuate, inciderebbe soprattutto sulla stabilità psichica di chi vi è sottoposto. Si tratterebbe, quindi, di condizioni inumane e degradanti. Sono, in totale, duecentocinquanta i casi che verranno presentati al Comitato dell’Onu.

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