“Perchè mio figlio Angelo fu ucciso dalla mafia?”: Legname teme l’oblio del tempo

 
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Gela. “Molti collaboratori di giustizia sanno ma nessuno sembra intenzionato a parlare della fine toccata a mio figlio Angelo”. Salvino Legname, padre del diciottenne trucidato nell’aprile di sedici anni fa

da un commando di picciotti di cosa nostra, teme adesso che le indagini sul caso possano subire un lungo stop, nonostante l’esecutore materiale sia già stato individuato e condannato.
Si tratta di Giuseppe Maniscalco, coetaneo della vittima al momento dei fatti e, addirittura, residente nello stesso stabile della famiglia Legname a Caposoprano.
“Ho l’impressione – continua – che tutto si sia fermato. Spero che la magistratura prosegua l’attività. Abbiamo scoperto chi uccise mio figlio. Voglio sapere, però, per quale motivo gli toccò questa sorte. Nessuno parla, neanche il killer ha mai rilasciato dichiarazioni. Ha preferito la condanna piuttosto che rivelare le ragioni di quell’azione”.
In assenza di riscontri sui motivi che condussero i picciotti di cosa nostra a colpire il figlio Angelo, Salvino Legname ha bloccato, almeno per il momento, l’intero iter per il riconoscimento dello status di vittima di mafia del giovane morto sedici anni fa, i cui resti vennero ritrovati in una zona rurale della città.
“Alla mia famiglia – ammette – non interessano i soldi di un eventuale risarcimento. Nessuno, infatti, potrà ridarci Angelo. Voglio capire e avere la verità sui motivi che condussero alla decisione di ucciderlo. Il processo ha dimostrato che Angelo non aveva nulla a che spartire con i gruppi mafiosi dell’epoca. Fu solo ingannato da cattive amicizie. Ma cos’altro c’è dietro il suo omicidio?”.
L’appello di Salvino Legname, quindi, si estende anche ai magistrati della procura e agli investigatori che, in questi lunghi anni, si sono occupati del caso. Stando a quanto emerso dall’indagine “Monitum” di due anni fa e alle dichiarazioni rese dall’ex boss Rosario Trubia, oggi collaboratore di giustizia, sarebbero stati Giuseppe Maniscalco e Giovanni Di Giacomo ad allontanarsi insieme ad Angelo Legname il giorno della sua scomparsa. Da anni Salvino Legname, titolare di una piccola azienda che si occupa di rettifiche ai motori, è alla ricerca della verità dopo il dolore provocato dalla barbara uccisione del figlio appena maggiorenne.

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