Gela. Questa mattina, davanti ai giudici della Corte d’appello di Caltanissetta, il presidente della regione Rosario Crocetta ha deposto durante una delle udienze del processo che vede alla sbarra i presunti strateghi di un piano di morte che, oltre all’ex sindaco, avrebbe dovuto riguardare il magistrato Giovanbattista Tona.
Emanuele Argenti, Nicola Casciana, Alessandro Gambuto, Francesco Vella e Salvatore Terlati avrebbero pianificato l’intera strategia: mai, però, messa in atto.
Domenico Vullo e Paolo Portelli, già condannati in primo grado, avrebbero dovuto comporre il commando armato incaricato di eliminare i due presunti obiettivi.
L’ex sindaco ha illustrato diversi episodi della sua esperienza alla guida di Palazzo di Città.
Ha ricordato il licenziamento della moglie del boss Daniele Emmanuello e i contrasti avuti con la famiglia Di Giacomo.
Ai giudici della Corte d’appello ha, inoltre, descritto il suo interessamento per impedire qualsiasi infiltrazione mafiosa all’interno della fabbrica Eni: tra gli affari più graditi alle famiglie locali.
Oltre a Crocetta, sono stati sentiti i collaboratori di giustizia Fortunato Ferracane e Gianluca Gammino.
