Più rifiuti a Timpazzo, in Regione parte procedura: c’è anche nuovo impianto Forsu

 
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Una delle aree limitrofe a Timpazzo

Gela. L’assessore regionale all’energia Daniela Baglieri, la scorsa settimana in aula all’Ars, rispondendo a richieste giunte anche dal deputato grillino Nuccio Di Paola, era stata molto chiara. Con lo stop della discarica privata di Lentini, di proprietà della società “Sicula trasporti”, i Comuni che attualmente conferiscono nel sito verranno dirottati su altri impianti, compresa la discarica di Timpazzo, che ha a disposizione la vasca E, consegnata lo scorso anno, ed è destinataria di un nuovo progetto, da 15 milioni di euro, per l’ampliamento. Scelta confermata proprio dall’assessore. Sia i vertici della Srr4 che quelli della controllata “Impianti Srr”, che materialmente gestisce Timpazzo, preferiscono non commentare, in attesa delle determinazioni della Regione. In realtà, le prime comunicazioni ufficiali risalgono già allo scorso 21 aprile, quando è stata protocollata una missiva inviata agli uffici della “Impianti Srr”, firmata dal dirigente del sevizio 5 “gestione integrata rifiuti”, che fa capo al dipartimento acqua e rifiuti. Il dirigente Rosalba Consiglio (con firma anche del dirigente generale Calogero Foti), indirizzando inoltre la missiva all’Arpa, all’assessorato regionale energia e al dipartimento ambiente, tra le altre cose spiega di “attivare tutte le procedure previste al fine dell’acquisizione dei pareri che consentano di potere ricevere i conferimenti dei rifiuti trattati ed aventi codice EER 19 12 12 e 19 05 01, in quantità non inferiore a 500 t/giorno”, proprio in relazione alla “imminente chiusura della discarica della società Sicula trasporti”. La comunicazione ufficiale è uno degli atti che i responsabili della “Impianti Srr” hanno trasmesso alla Regione, per avviare la procedura di “ampliamento dei quantitativi giornalieri”, destinati alla discarica di Timpazzo. Il progetto sarà sottoposto alla procedura di assoggettabilità Via (valutazione di impatto ambientale), e gli elaborati tecnici sono stati trasmessi a Palermo, dove verranno sottoposti alle verifiche anche della commissione tecnica specialistica. Diversi Comuni siciliani potrebbero essere autorizzati a conferire nella piattaforma di Timpazzo, come ha già sottolineato il deputato Di Paola, che ritiene il progetto molto pericoloso per l’impatto ambientale. Dagli uffici della “Impianti Srr”, nell’ultimo periodo, sono partiti altri elaborati tecnici, sempre destinati alla Regione. Si tratta di quelli che delineano le caratteristiche principali di un ulteriore progetto, per un impianto di trattamento e recupero della frazione umida. Il costo complessivo stimato dai tecnici si aggira intorno ai due milioni di euro. Anche in questo caso, verrà valutata l’assoggettabilità alla procedura Via, per la valutazione di impatto ambientale, ed è previsto un parere della commissione tecnica specialistica. L’impianto dovrebbe sorgere in un’area a ridosso del sito di conferimento di Timpazzo e la frazione organica trattata verrà trasformata in “materia prima seconda”, da destinare anche alla copertura dei rifiuti abbancati, in alternativa alle terre di scavo o a materiale da cava.

Sia il presidente della Srr4 Filippo Balbo che l’amministratore della “Impianti Srr”, l’ingegnere Giovanna Picone, da tempo indicano come punto debole dell’intero sistema rifiuti locale quello del trattamento della frazione organica, con l’attuale impianto di compostaggio di Brucazzi, in gestione all’Ato Cl2 in liquidazione, che da tempo non riesce più a rispondere adeguatamente alle esigenze dei Comuni dell’ambito. Sicuramente, a Palermo guardano con molta attenzione al sistema locale, tra i pochi sull’isola a poter assicurare efficienza. Sulla governance dei rifiuti e dell’impiantistica, come è ormai chiaro, sono tanti i progetti ancora in ballo e c’è però chi teme che Timpazzo e il territorio locale possano subire ulteriori conseguenze ambientali.

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