Porto rifugio, lavori mai iniziati: tempi ancora lunghi e il sito rimane impraticabile

 
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Gela. Se ad inizio settimana, la Regione ha annunciato un finanziamento, da un milione e mezzo di euro, destinato al porto isola industriale, nei progetti per la decarbonizzazione; per il porto rifugio, invece, mancano sviluppi concreti. La procedura, infinita, si trascina da anni e nonostante i cambi istituzionali, i lavori non partono. I soldi dell’accordo con Eni, quasi sei milioni di euro, sono impegnati proprio per questi interventi, ma il sito rimane com’è, insabbiato e praticamente inaccessibile. Alcune settimane fa, un nuovo tavolo in prefettura ha messo insieme l’amministrazione comunale (c’era il sindaco Lucio Greco), la capitaneria di porto, i tecnici e i rappresentanti del comitato pro-porto. Il neo prefetto Chiara Armenia ha acquisito elementi su un dossier ormai aperto da anni, senza troppe novità. Si sono susseguiti gli annunci pubblici, con presunte gare per i lavori pronte ad essere bandite ma poi sistematicamente ritornate nei meandri della burocrazia, soprattutto regionale. Sui quantitativi di sabbie da movimentare e smaltire si gioca il destino degli interventi più urgenti. Non c’è ancora un dato preciso, invece chiesto da Ispra. Il rimpallo tra la Regione e Roma è quasi sistematico. I ritardi sono evidenti. Se non ci sarà uno sblocco, il rischio forte è di arrivare a ridosso della scadenze delle procedure di caratterizzazione, che hanno validità fino al prossimo ottobre. I rallentamenti continui potrebbero incidere sulla durata di tutte le autorizzazioni. I componenti del comitato pro-porto temono che senza arrivare ad una conclusione della procedura, tutto debba riprendere da zero. Sarebbe l’ennesima beffa, che probabilmente la prefettura sta cercando di evitare. Di recente, pare ci sia stata una verifica della capitaneria di porto, attraverso un confronto con i funzionari di Arpa e Ispra.

I componenti del comitato pro-porto, che da anni seguono le vicende legate al sito, ad inizio settembre sono intenzionati a richiedere nuovi incontri alle autorità competenti. Con una procedura perennemente aperta, tutto rimane in bilico. Il sito è fermo al palo, nonostante il recente interesse dimostrato anche dagli industriali di Sicindustria Caltanissetta, che hanno chiuso un protocollo con l’amministrazione comunale.

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