Prima l’auto bruciata, poi gli escrementi sul portone: cosa succede a Canale 10?

 
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Gela. Escrementi davanti il portone della sede dell’emittente televisiva Canale 10. L’episodio si è registrato a distanza di 24 ore dall’incendio doloso dell’autovettura dell’ex editore di Tele Gela (oggi Canale 10), Antonio Cavaterra, che ha sporto denuncia ai carabinieri.

“Penso che entrambi gli episodi siano casuali – sostiene Cavaterra – La Saab 900 cabrio incendiata da ignoti l’avevo venduta. Dopo mesi il proprietario, invece di regolarizzare il passaggio di proprietà, aveva deciso di parcheggiarla sotto la mia abitazione, in via Leonardo Sciascia. L’episodio di stamattina può avere diverse chiavi di lettura. Potrebbe trattarsi anche di una persona con seri problemi di dissenteria…”.

Questo l’editoriale del direttore di Canale 10, Giuseppe Donchia.

 

“Avremmo voluto raccontarvi di notizie piacevoli, del grande sforzo collettivo che la città sta facendo per risollevarsi dalla cancrena malavitosa con gesti quotidiani di grande rilievo, così come già ampiamente dimostrato con le iniziative culturali, sportive e ludiche che si registrano in città. Ma oggi apriamo con l’attentato incendiario subito la notte di sabato scorso dall’editore televisivo Antonio Cavaterra, 60 anni, già gestore dell’emittente Tele Gela Color, prima, e Canale 10 dopo. Un episodio che ci lascia senza parole. Anzi, le parole le troviamo per condannare in maniera evidente un gesto inqualificabile. Così come ne accadono tutte le notti. Bruciare un’automobile, in città, purtroppo è quasi una prassi. Un malcostume diffuso, che nel tempo ha raggiunto picchi altissimi. La vettura di Cavaterra, non marciante da tempo e in sosta in via Leonardo Sciascia, è una Saab Cabriolet, che lo stesso editore si apprestava a cedere ad un nuovo acquirente. Dunque perché bruciarla? A chi giova? Non siamo investigatori, il compito di indagare lo lasciamo alle forze dell’ordine sempre molto attenti e solerti. Ma ci sorge un dubbio: sarà l’attività giornalistica che svolgiamo che dà fastidio a qualcuno? E’ un dubbio atroce che si annida nelle nostre menti ma che, se vogliamo, ci dà l’input per andare avanti, senza demoralizzarci. Abbiamo scritto e continuiamo a scrivere di cronaca, raccontando fatti quotidiani, a volte gravi. Se quanto accaduto sabato con l’attentato incendiario che ha colpito chi ha fondato l’emittente televisiva della quale facciamo parte, dovrebbe costringerci a fare un passo indietro, beh chi ha agito ci conosce poco. Noi continueremo a testa alta, evidenziando quanto accade, facendo nomi e cognomi così come ci insegna il giornalismo. Ed andando sempre alla ricerca della verità, dalla parte dei cittadini. Che poi, in definitiva, sono coloro i quali ci seguono con particolare attenzione, ogni giorno, e che in trent’anni di attività ci hanno dimostrato affetto anche quando, nei periodi bui della guerra di mafia, si sono schierati con noi, con tutti i giornalisti del luogo, nessuno escluso, per dire di no ad una scia di sangue che ha caratterizzato la fine degli anni 80 e gli inizi del 90. Bruciare una macchina per metterci il bavaglio? Per affermare che con il fuoco si può far tacere una voce libera? Sono interrogativi che ci siamo posti ieri, vedendo quel che è rimasto della vettura. Domande che ci siamo fatti anche qualche mese addietro, quando subimmo altre intimidazioni. Anche allora dimostrammo fermezza, stigmatizzando l’accaduto e rimarcando che nessuno e niente poteva farci indietreggiare dal nostro lavoro. Che lo ricordiamo è quello di scrivere e raccontare anche le brutture che si riscontrano in città. Mesi addietro fummo quasi biasimati, fortunatamente da parte di pochi, dall’avere realizzato uno spot sulla legalità in cui, con l’ausilio delle immagini, facevamo notare la “mentalità assurda” del gelese di bruciare un’automobile. Il nostro obiettivo, che ricalchiamo anche in queste ore, è quello di fare riflettere su alcuni atteggiamenti di pochi per fortuna che purtroppo abbiamo quasi accettato come normalità. Noi continueremo e non ci facciamo sconvolgere da gesti che lasciano il tempo che trovano….Noi siamo qui e continueremo ad esserlo. Contro tutto e tutti. 

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